Ci sono 165 nuovi medici di medicina generale in Veneto: in questi giorni, hanno concluso il loro percorso formativo. Gli allievi ammessi al colloquio finale sono stati il 63,5% in più rispetto al 2022. “Un risultato davvero eccellente- dice l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin- che, in un momento nazionale di difficoltà nel reperimento di medici, testimonia come ci sia ancora affezione nei confronti di questa specialità. Un successo per la nostra formazione che si è dimostrata una eccellenza e che nel prossimo quadriennio metterà a disposizione circa altri 800 camici bianchi”. Il ruolo che il medico di medicina generale ha assunto all’interno del sistema sanitario è “estremamente importante e la sua carenza è diventato un problema nazionale di non facile soluzione perché investe numerosi fattori- sottolinea Lanzarin- il medico di medicina generale è di fatto lo snodo tra la medicina territoriale e l’ospedale, punto di riferimento per la popolazione. Una popolazione che non possiamo dimenticare sta diventando sempre più anziana e ha necessità di una presa in carico che tenga conto di nuove fragilità”. Il corso ha previsto 36 mesi di presenza effettiva per 4.200 ore di attività didattica (3.200 di attività pratica con tirocinio negli ambulatori di medici di medicina generale, distretti, ospedali e 1.600 ore di attività teorica in aula, studio individuale, ricerca, approfondimenti, partecipazioni ad eventi formativi validati dal Comitato Scientifico).
Il 15esimo per nuovi medici di medicina generale in Veneto è stato avviato nel periodo del Covid, e questo ha procrastinato la data di inizio di circa sei mesi. Il 54% degli allievi erano donne, il 38% aveva tra i 31 e i 40 anni, il 26% era un der 30 anni e il 21,3% era nella fascia tra i 40 e i 50 anni; 23 corsisti superavano i 50 anni. Oggi si tiene anche il test d’ingresso per il nuovo corso che inizierà a febbraio 2024. La maggior parte dei medici proviene da Padova, seguita da Treviso, Vicenza e Verona e Venezia. Ma anche zone come Belluno e Rovigo hanno visto la presenza di propri medici (rispettivamente tre ed otto). “Oltre alla formazione per attirare i medici sono state messe in atto iniziative per rendere più allettanti quelle che vengono considerate le zone più complesse. La presenza in questo elenco di medici provenienti da aree diverse è una notizia davvero incoraggiante”, conclude Lanzarin.