“Intervengo sulla normativa che regola gli interventi della Protezione civile in tema di sicurezza sul lavoro: in questi giorni, in Friuli Venezia Giulia, si sta sviluppando un acceso dibattito dopo che un volontario della Protezione civile è purtroppo deceduto mentre svolgeva un servizio. In seguito a questo fatto, il suo Coordinatore di Protezione civile e il Sindaco del Comune dove l’intervento si stava svolgendo, sono stati indagati per la morte del volontario e raggiunti da sanzioni da pagare per violazioni della normativa sulla sicurezza. La motivazione è che secondo la normativa, il sindaco del Comune dove si svolge l’intervento è equiparato, in tema di sicurezza sul lavoro, al titolare di un’azienda, mentre il coordinatore viene paragonato a un dirigente. Questo episodio ha causato una forte reazione nel mondo del volontariato per motivi che sono facili da intuire: se, a fronte dello svolgimento di un’opera di volontariato, si corrono dei rischi di natura economica e addirittura penale, è chiaro che molti volontari potrebbero ritirare la propria disponibilità”.
Le parole sono di Elisa Venturini, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale del Veneto e vicepresidente di Anci Veneto.
“Più in generale – prosegue la consigliera regionale – se da un lato è giusto chiedere che gli interventi della Protezione civile avvengano in sicurezza, dall’altro non possiamo imporre sulla testa dei Sindaci e dei Coordinatori una spada di Damocle così pesante, visto che non parliamo di un rapporto di lavoro strutturato e soprattutto considerando che si tratta di un lavoro che spesso e volentieri si svolge in condizioni di emergenza, o comunque in situazioni precarie. Il volontario di Protezione civile non può essere equiparato a un lavoratore dipendente per le conseguenze che ne derivano”.
“Credo quindi – evidenzia Venturini – che sia necessario un emendamento che esoneri Sindaci e Coordinatori della Protezione civile dall’adempimento del Decreto legislativo n. 81 del 2008 in tema di salute e sicurezza sul posto del lavoro, escludendo quindi le conseguenti responsabilità per i volontari della protezione civile e i loro coordinatori, ma anche per i Sindaci. Naturalmente, questo non significa che ci sia un allentamento sul tema della sicurezza, che resta centrale, ma che va stimolata e assicurata, potenziando i corsi di formazione e facilitando il collegamento tra uffici pubblici e volontari, ma non certamente individuando eccessive responsabilità civili e penali in capo a chi, con passione, si dedica ad aiutare la propria comunità”.