L’Ance Veneto sottolinea l’importanza che l’amministrazioni della regione sia diano “un’accelerata” nell’ottenimento della qualificazione di stazioni appaltanti, divenuto obbligatorio da luglio con il nuovo Codice degli Appalti per le svolgimento delle procedure di affidamento di contratti di lavoro superiori ai 500.000 euro.
Secondo i dati dell’Anac, fino 6 novembre scorso le domande di qualificazione sono state 5.832; di queste 4.237 hanno completato l’iter di compilazione: le amministrazioni che hanno conseguito la qualificazione sono state 3.370.
I dati mostrano che la massa delle domande di qualificazione (87,7%) vengono da amministrazioni qualificate per via ordinaria (12% qualificate con riserva, oltre il 20% non qualificate).
Qual è il quadro nella regione ? il 7% della amministrazioni qualificate sono in Veneto (248), “dato che tra l’altro non è male – osserva il presidente dell’Ance regionale, Alessandro Gerotto – se considerato che la prima per stazioni appaltanti qualificate è la Lombardia, com’è da aspettarsi, che per noi veneti dovrebbe essere un esempio da seguire. Prima del Veneto ci sono comunque il Lazio, 11%, e la Campania (9%)”. “Percentuali – sottolinea Gerotto – che riflettono valori assoluti per quantità di presenza, ma che sono preoccupanti se vogliamo mettere a terra il Pnrr entro il 2026. Penso che siamo sulla strada giusta, ma vada data un’accelerata, anche perché soltanto per il 2024, 222 stazioni qualificate dovranno far fronte a più di 1.500 gare solo per l’ambito antisismico”.
L’Ance, ricorda Gerotto, ha sempre sostenuto che “serve una formazione mirata e diffusa per aiutare a qualificare, in fretta, il personale soprattutto delle pubbliche amministrazioni e dei comuni più piccoli. I dati Anac dimostrano che mancano requisiti di competenza dei dipendenti della struttura, della formazione e aggiornamento del personale”.