Un parto cesareo ritardato, un bambino – oggi diventato adulto – nato con una serie di handicap e una invalidità del 95 per cento, una causa vinta contro la Regione e un risarcimento di oltre 3 milioni di euro, di cui però la famiglia non ha ancora visto nemmeno un centesimo.

Con queste poche frasi si può riassumere la storia di una famiglia di Schio che 19 anni fa si era presentata all’ospedale De Lellis per un parto, diventato poi una tragedia senza fine a causa di un cesareo ritardato troppo. Dopo una lunghissima causa, terminata il 3 dicembre dello scorso anno con il risarcimento da 3,2 milioni di euro, nonostante non sia stato presentato alcun appello e siano scaduti i termini, la famiglia non ha ancora ricevuto nemmeno un centesimo. Adesso sarà presentata una richiesta di pignoramento alla Regione. Lo ha reso noto Obiettivo Risarcimento, un gruppo di esperti a cui si è rivolta la famiglia di Schio specializzati nel difendere le vittime di errori legati alla sanità. Gli specialisti hanno spiegato come la Regione – che deve pagare per l’ospedale – non ha presentato alcun ricorso contro la condanna al pagamento dei 3,2 milioni. Ma non solo. Obiettivo Risarcimento ha anche annunciato la volontà da parte della famiglia di fare un esposto alla Corte dei Conti, visto che la Regione non ha mai spiegato le ragioni del mancato pagamento nonostante la sentenza. Il calvario della famiglia di Schio inizia nel 1994 quando la mamma entra in ospedale per il cesareo. Ma solo al momento delle dimissioni la donna scopre i problemi del bambino. Scopre che il piccolo ha subito un’asfissia neonatale, una prolungata sofferenza fetale che ha portato a una ipossia cerebrale, provocando una invalidità del bambino del 95 per cento. Secondo i giudici praticando un cesareo due giorni prima il bambino – che oggi ha 19 anni – non avrebbe avuto alcun problema.

di Redazione Thiene On Line

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