di Federico Piazza
L’industria aerospaziale sta crescendo in tutto il mondo e così si intensifica anche la competizione internazionale tra imprese per attrarre personale latamente qualificato. Ne sa qualcosa Officina Stellare, che per la sua Space Factory di Sarcedo ha l’impellente esigenza di trovare una trentina di persone tra ingegneri aerospaziali, ingegneri meccanici, fisici, program e project manager.
«Se li avessi domani sarei felice, perché stiamo firmando molte commesse e inoltre facciamo molta attività di ricerca & sviluppo, su cui investiamo il 20% del fatturato, e di continuo aggiornamento dei prodotti», dichiara Gino Bucciol, uno dei soci fondatori di Officina Stellare e vice presidente allo sviluppo business. «Non è facile trovare personale perché il comparto spazio sta crescendo molto, tanti stanno cercando e c’è una forte attrattiva delle aziende estere per i salari alti. Ma ce la stiamo giocando bene. Anzi, siamo fieri di avere riportato in Italia persone che lavoravano all’estero, sfruttando anche la normativa di sgravio fiscale sul rientro dei cervelli».
Ad oggi Officina Stellare conta un’ottantina di dipendenti. La maggior parte lavora nella sede di Sarcedo, dove c’è anche l’Academy aziendale di formazione e il Business Incubation Center di start-up per le tecnologie aerospaziali in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Altre due sedi sono a Padova con le società controllate ThinkQuantum e Dynamic Optics, nate come spin-off dell’Università di Padova e del CNR.
Bucciol sottolinea l’importanza della collaborazione con l’ateneo patavino e altri istituti in un settore dove le frontiere della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica per lo sviluppo dei prodotti sono continuamente spostate in avanti. E apprezza lo sviluppo in corso della filiera industriale spaziale del Veneto con la rete innovativa regionale AIR di cui Officina Stellare fa parte.
Un ambito di punta in cui opera l’azienda di Sarcedo sono le telecomunicazioni ottiche laser crittografate con tecnologie quantistiche, che rispetto ai sistemi tradizionali a radio frequenza velocizzano i tempi di trasmissione, riducono i consumi energetici e aumentano la protezione dei dati. Un altro campo è quello dei telescopi di terra OGS (Obital Ground Stations) per il monitoraggio del crescente traffico nell’orbita terrestre di satelliti artificiali e di detriti (“spazzatura spaziale”) finalizzato a individuare rotte di collisione di oggetti fuori controllo (SSA – Space Situational Awareness).
Poi c’è la ripresa di immagini ad alta risoluzione della superficie terreste: «In questo ambito, per esempio, sono progettati e costruiti da noi molti dei telescopi del programma «Costellazione Iride” delle agenzie spaziali europea ed italiana che sarà realizzato in Italia entro il 2026 con fondi Pnrr», spiega Bucciol. Sempre finalità scientifiche, in questo caso per l’osservazione di particelle elementari dello spazio, avrà il telescopio Terzina che Officina Stellare costruirà per la missione scientifica Nuses guidata dal Gran Sasso Science Institute in collaborazione con Thales Alenia Space, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Università di Ginevra.
Senza dimenticare le applicazioni militari, soprattutto nel mercato Usa dove Officina Stellare fornisce dispositivi di tracciamento ottico per i poligoni di tiro. «Gli Usa sono da sempre il mercato principale per noi, oggi intorno al 40% del fatturato. Siamo cresciuti grazie ai nostri clienti americani, tra cui la NASA, ancora prima di essere conosciuti in Europa, e negli Usa abbiamo anche recentemente aperto una filiale», afferma Bucciol. «Ma dopo la quotazione in borsa all’Euronext Growth Milan ci stiamo facendo conoscere anche sul mercato istituzionale europeo e siamo decisamente dentro molti programmi ESA. Inoltre stiamo crescendo in Asia, dove in particolare collaboriamo da anni con l’agenzia spaziale indiana ISRO sulle tecnologie per la SSA e per le telecomunicazioni laser».