La storia di Mara Pigatto, 50 anni, educatrice e consigliera comunale di Villaverla,  è fatta di una estenuante attesa per avere una mammografia ed una ecografia al seno che si trascina da prima del Covid. Sono dovuti trascorrere 365 giorni, nonostante la richiesta da parte del medico di famiglia di farla entro i 90 giorni, prima di essere chiamata dall’Ulss 7 Pedemontana. Quindi, la tanto desiderata chiamata, ma l’impossibilità di recarsi in ospedale in quanto avvisata 5 giorni prima e la professionista si trovava in ferie. “Ho chiesto di avere il tempo di rientrare, ma mi sono sentita rispondere che non era possibile perchè le nuove direttive sono quelle che se non puoi fare la visita fissata, devi ritornare in lista e ricominciare l’attesa”.

E’ ancora incredula Mara Pigatto quando racconta la sua vicenda, premettendo che il suo non vuole essere un attacco al personale sanitario che stima profondamente dagli operatori ai medici, che “sono di grande professionalità e valore da salvaguardare in modo che non scappino verso il privato”.

La consigliera comunale durante il racconto ribadisce che lei le visite in privato se le può permettere, ma che il fatto di potersele pagare non significa che debba rinunciare ad un suo diritto perchè le tasse le paga puntualmente e non è possibile ricevere in cambio simili trattamenti da un’azienda sanitaria pubblica.

“Ho prenotato la visita il 22 agosto del 2022 e nonostante la priorità specificata dal mio medico, sono finita nella famosa lista “galleggiante” – spiega Mara Pigatto – . A maggio del 2023, dinanzi al silenzio dell’Ulss 7 invio una pec, sollecitando con tono la visita di cui necessito. Ho specificato nella mail che se mi verranno diagnosticati problemi, che avrei voluto conoscere con tempestività come mio diritto, agirò per vie legali”.

L’educatrice rivolge il suo pensiero alle persone anziane, che non sanno usare i mezzi informatici, che non hanno gli strumenti per sollecitare una visita, che può cambiare la loro vita: “Finalmente la settimana scorsa, arriva la telefonata di un’infermiera che mi dice che la mammografia è stata fissata tra 5 giorni, ma detto, mi affretto a spiegare che mi trovo fuori sede per ferie programmate. Chiedo con cortesia se l’appuntamento possa essere spostato di qualche giorno, ma mi avverte che se rinuncio a quell’unica data disponibile, dovrò ritornare in coda alla lista. Incredula chiedo a quella dipendente, che non ha colpa se non di dovermi dare una comunicazione della dirigenza, come sia possibile che io debba ritornare in lista con il rischio che passi un altro anno. Mi viene rappresentato con garbo, che le disposizioni sono queste e che non ho alternative”.

Insomma, adesso Maria Pigatto ritornerà in lista d’attesa e la speranza è quella che non trascorra un altro anno. “Non oso pensare alla frustrazione di cittadini che non possono andare in privato. So che queste storie ormai, sono all’ordine del giorno, ma adesso, pure questa regola mi sembra assurda. Io ci tenevo a quella visita, è importante per me, dopo aver avuto pazienza durante il Covid, mi ritrovo a sentire una risposta così secca. Non lo trovo giusto e se penso che il giorno dopo, se avessi scelto il privato, avrei avuto la possibilità di fare quella visita, mi monta la rabbia. Ma è una questione di principio nonostante la paura di sapere come sta il mio seno. Fare la visita privatamente vuol dire pagare due volte, diciamolo pure, perchè quando noi paghiamo le tasse, ci paghiamo già  le cure sanitarie”.

N.B.

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