Centinaia di casi negli ultimi mesi che coinvolgono tutto il nostro Paese e mietono vittime di tutti i tipi: dai gatti di colonia ai cani nei parchi, fino addirittura ai cani nei loro giardini privati. Lndc Animal Protection da tempo chiede alla politica di approvare una legge ad hoc contro questo orribile reato e di rendere tracciabile l’acquisto di veleni in modo da poter risalire più facilmente ai responsabili di queste stragi. L’ultimo caso, in ordine cronologico, è di questi ultimi giorni ed è avvenuto nel parco del Quarticciolo a Roma. Ma soltanto nel mese di agosto si sono registrati casi in ogni parte d’Italia: Fagnano Olona e Tradate (Varese), Sora (Frosinone), Thiene (Vicenza), Gattatico (Reggio Emilia), San Leucio del Sannio (Benevento), Castel San Giorgio (Salerno) e Asti. Si tratta di avvelenamenti tramite spargimento di esche e bocconi avvelenati, fenomeno che davvero non conosce sosta e, soprattutto, che non è prerogativa di una zona specifica ma affligge tutto il Paese, da nord a sud. “Quelli citati- commenta la presidente di Lndc Animal Protection, Piera Rosati- sono soltanto i casi di cui siamo venuti a conoscenza nelle ultime due settimane, in pieno agosto. Se li sommiamo a tutti gli altri che avvengono costantemente ogni mese possiamo senza dubbio contare centinaia e centinaia di animali che purtroppo hanno perso la vita a causa di questo comportamento criminale”. “Le vittime di questi assassini- prosegue- sono di diversi tipi: si va dalla colonia felina malvista dal vicinato ai cani che accedono ai parchi pubblici, fino addirittura ai cani uccisi nei giardini privati delle loro case”.
“Tutte vittime inconsapevoli e soprattutto incolpevoli- afferma Rosati- dato che un eventuale disturbo che potrebbero arrecare a qualcuno non è certo una loro diretta responsabilità ma al massimo delle persone che si occupano di loro e che non rispettano correttamente il bene comune”. Nel caso del parco romano, addirittura i bocconi avvelenati sono stati segnalati direttamente dalla persona che li ha disseminati in giro. Sono infatti apparsi dei cartelli che dichiaravano la presenza di queste esche come protesta contro i cani che frequentano il parco abitualmente. Secondo la la presidente di Lndc Animal Protection, “è importante che il buon esempio parta proprio da noi che condividiamo la nostra vita con i nostri compagni animali. Ricordiamoci sempre di raccogliere le deiezioni, evitiamo che i nostri cani disturbino gli altri e, nel caso delle colonie feline, lasciamo sempre tutto pulito. In questo modo sapremo di essere nel giusto e non daremo appigli a questi criminali per giustificare quello che è a tutti gli effetti un reato”. “Allo stesso tempo, comunque- conclude Piera Rosati- torno a chiedere alle istituzioni di prendere una posizione chiara contro questi comportamenti, approvando una legge ad hoc che li punisca in modo esemplare e rendendo più difficile e tracciabile l’acquisto di sostanze tossiche che attualmente invece sono troppo facili da reperire da parte di chiunque”.