Nel raggio di un km a Thiene una spremuta d’arancia costa da 2.50 euro a 4 euro.

Cara redazione,

ho letto spesso articoli come quello dei due euro in più sullo scontrino per aver tagliato a metà un toast o quello dell’aggiunta sempre di due euro sul conto del ristorante per il piattino della bambina. Ma vogliamo parlare di Thiene? Fare colazione al bar è diventato un lusso, specie se non prendi il classico caffè all’italiana ma hai bisogno di vitamina C. Non voglio fare i nomi dei bar perché poi per colpa dei social si scatena il massacro e non voglio fare del male alle attività commerciali che devono guadagnare perché dietro ci sono famiglie da mantenere.

Un invito da umile cliente che ha deciso che la spremuta d’arancia da oggi in poi se la fa a casa, la voglio però rivolgere: datevi una calmata! Per tre giorni consecutivi mi sono ritrovata in centro per sbrigare alcune pratiche di buonora. Nella mia dieta è consigliata una spremuta d’arancia per colazione. La prima mattina mi ritrovo in un bar molto pulito e accogliente, buona la spremuta d’arancia che trovo di ottima qualità servita con grande professionalità da chi me la porge con un sorriso smagliante tipico di chi è felice di fare il cameriere: 2.50 euro il prezzo che trovo corretto e confesso che sarei stata disposta a pagare anche un euro in più per la cortesia riscontrata in quel posto in cui ritornerò senza dubbio.

Nei giorni successivi mi ritrovo in un altro bar di Thiene e pago la mia spremuta d’arancia 3 euro, ma non trovo eccessiva la differenza di prezzo con il primo bar: 50 centesimi di differenza ci stanno. Resto però sconvolta quando vado a fare colazione per la terza mattinata in un altro bar sempre di Thiene dove mi viene servita una spremuta d’arancia che alla cassa mi ritrovo a pagare ben 4 euro. Non so se sia stata la differenza di prezzo dal primo bar o la qualità del frutto, fatto sta che sono tornata a casa con un forte mal di pancia. Non mi mancano i soldi, ma mi chiedo se sia possibile una così tanta differenza di prezzo tra il primo bar e il terzo.  Eppure si trovano a poche centinaia di metri di distanza. Leggo tra i commenti, quando ci si confronta sui prezzi, la difesa dell’esercente che viene sempre giustificato da un “ma il servizio si paga” e voglio specificare che la modalità di servizio delle tre spremute era identico. Non è detto che il cliente abbia sempre ragione, anzi sono la prima che riconosce che oggi giorno è difficilissimo avere a che fare con il pubblico. Ho avuto anche io un’attività e conosco lo stress dell’imbattersi in chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, ma vi chiedo come sia possibile che nel giro di un km una spremuta d’arancia cambi di prezzo così tanto.

Grazie se pubblicherete la mia lettera, M.R., Thiene, 55 anni

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