Nonostante una flessione dei costi delle materie prime ed energetici, i rincari si sono fatti sentire “e cominciano a incidere, assieme all’incremento dei tassi di interesse, sulla capacità di spesa potenziale del turista. Questo sta determinando una riduzione della domanda soprattutto degli italiani, compensata, però, almeno in parte, dagli stranieri, in particolare del nord e dell’est Europa”. Lo evidenzia il numero uno della Federalberghi Veneto, Massimiliano Schiavon. Ed è un tema effettivamente delicato. Dai giudizi dei turisti che arrivano dalla sezione di Hospitality data intelligence dell’Osservatorio del Turismo Regionale emerge proprio la preoccupazione legata all’incidenza dell’aumento dei costi della vacanza, “che risulta più marcato durante la stagione estiva”. Nel complesso, comunque, “i valori restano positivi e il mercato appare in fermento un po’ in tutte le destinazioni: dal mare alla montagna, dai laghi alle città d’arte, fino alle colline e ai borghi storici”, ma “per il futuro- avvisa Schiavon- sarà opportuno cercare di contenere al massimo gli aumenti dei prezzi e, se proprio non possibile, inquadrarli in un generale aumento del valore qualitativo dell’ospitalità e dei servizi offerti, senza i quali si potrebbe rischiare di compromettere significative quote di mercato”.

Ad ogni modo, afferma ancora Schiavon, “il Veneto ha la fortuna di vantare enormi potenziali per il turismo, dovunque, tutto l’anno. Dopo due stagioni molto positive post covid, che hanno ridato ossigeno e fiducia, molti operatori stanno investendo in interventi di ristrutturazione delle strutture, all’insegna della qualità e della sostenibilità, al fine di mantenere il giusto livello di competitività di fronte al ritorno alla normalità dei mercati e alla ripresa della concorrenza internazionale. Un ottimo punto di partenza che ci fa ben sperare e accogliere con maggiore entusiasmo la sfida ambiziosa delle Olimpiadi 2026”.

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