Costretti a dormire in brandine destinate alle visite dei pazienti, salario dimezzato,  centralini che rimandano ad altre aree che fanno infuriare i cittadini costretti a stare ore al telefono prima di poter sentire una voce che li ascolti. Quello che raccontano i medici del Distretto 2 dell’Ulss 7 è davvero imbarazzante. Il 98% di loro proviene da Padova o da Verona e riferiscono una situazione sanitaria ormai allo stremo: “Siamo tornati ad avere il salario di due anni fa, 23€ l’ora a fronte dei 40€ l ‘ora che ci spetterebbe”,  riferiscono. Per chi abita in zona a pochi km dal posto di lavoro potrebbe non essere un grosso problema, ma per chi abita ad un’ora e mezza da casa, diventa insostenibile. Allora si valuta la possibilità di fermarsi per il pernottamento nel territorio di lavoro, ma anche in questo caso le problematiche sono innumerevoli.

All’ospedale di Santorso non sono presenti dei letti per la notte, quindi i medici sono costretti a dormire sulle brandine dove visitano i pazienti o portare un materasso gonfiabile. Oltre a questo, l’ospedale è un labirinto, i pazienti non riescono a trovare facilmente la guardia medica, il che diventa complicato per chi ha urgenza di essere ricevuto.

A Thiene, per tre medici di turno, sono disponibili due letti, stesso problema di quando era presente la guardia medica a Schio. Si potrebbe aggiungere un altro letto in una grande stanza dove sono presenti le divise, ma al momento nulla di fatto e pare che il portone d’ingresso si riesca ad aprire con un calcio.

Ad Arsiero non previsto un bagno per i pazienti, i medici pare siano costretti ad indirizzare i pazienti nell’unico bagno riservato al personale, facendoli attraversare la stanza in cui dormono.

Anche il centralino sembrerebbe essere motivo di lamentele, sia da parte dei medici che dei pazienti: se il cittadino chiama Santorso e i medici non rispondono perché occupati (visto che sono loro ad occuparsi della segreteria), la chiamata viene automaticamente deviata in altre due sedi, Thiene o Arsiero. E lo stesso al contrario. Chiaramente questo crea diverse criticità: ricevendo risposta da un’area diversa dalla propria, il paziente finisce per arrabbiarsi e riferisce il più delle volte di non potersi spostare così lontano. “Avevamo la ricetta dematerializzata, la versione elettronica di quella tradizionale. Era vantaggiosa per tutti e i pazienti non erano costretti a venire in ambulatorio, anche per la prescrizione di un semplice antibiotico. Questo in Trentino ad esempio non accade, esiste la ‘centrale 116117’ dove gli operatori inviano ai medici le schede dei pazienti che chiamano e, quando hanno tempo, le smaltiscono. Un modo più veloce, pratico e organizzato. Molti professionisti dal Veneto infatti si sono trasferiti in Trentino, anche per il salario che è di 33€ l’ora.”

I medici parlano anche dei confronti avuti con i sindaci dei comuni del distretto 2, i quali , non comprendendo l’urgenza di fornire alloggi che permetterebbe ad altri professionisti di scegliere questa zona. “Il sindaco di Thiene dice che la sanità locale non è di sua competenza, quello di Schio ha preferito dare ai rifugiati ucraini gli alloggi, additandoci come razzisti e senza deontologia. Anche Arsiero taglia il discorso dicendo che non è previsto, che si dovrebbe aprire una procedura legale e sarebbe troppo impegnativo.

La versione della “malattia”

“L’Ulss 7 dice che mancano medici perché ci siamo messi in malattia o perché ci sono esami all’università, cosa non vera.” Quindi, tutti scaricano la responsabilità ad altri senza cercare di andare oltre il limite di competenza ma guardando oltre, perché se non si risolvono al più presto queste criticità, si rischia di non avere assistenza sanitaria.“ Lo ha deciso una delibera regionale, che sta ulteriormente smantellando un sistema territoriale che il Covid ci ha insegnato che va protetto e rinforzato.

 

 

Giulia Scanavin non ci sta e si dissocia da questo modus operandi

Sulla questione scende in campo anche l’opposizione di Giulia Scanavin, la quale sul suo profilo Facebook si chiede dove sia la buona politica vicina al cittadino. La perdita di molti rappresentanti sanitari nel territorio dell’alto vicentino per lei è una grossa sconfitta anche a livello amministrativo.

“A metà luglio una mamma aveva bisogno della guardia medica a Thiene, non sono stati in grado di stabilire cosa avesse la bambina e l’hanno rimandata al pediatra di base. Nel weekend è passata anche al pronto soccorso ma non ha avuto risposte, urgente nella risposta da dare all’utenza. La sua pediatra era in ferie, le è stata assegnata una sostituta il lunedì mattina. La bambina ha quindi dovuto attendere due giorni. E’ un servizio assolutamente necessario. La redistribuzione dei servizi avviene ad alte sfere e dovrebbe essere fatto in modo più equo, perché poi è lì che decidono come, dove e con chi investire, sia in strutture tecnologiche che in personale.” Una seria presa di posizione che non risparmia nessuno rispetto ad un tema che è di vitale importanza per un territorio che in molti ambiti si contraddistingue e che, proprio a livello sanitario, spesso si elogia con professionisti di alto livello. Giulia  Scanavin ne ha anche per i sindaci, suggerendo più dialogo con la cittadinanza, capire le reali necessità e trovare delle soluzioni proprio per dare un valido servizio. “E’ vero che la conferenza dei sindaci deve occuparsi della parte socio-sanitaria rispetto alla parte prettamente ospedaliera , però è anche vero che è l’unica possibilità che ha il primo cittadino di evidenziare le criticità del territorio. Tra cui ricordo che a fine anno è possibile dare un premio alla management che effettua l’amministrazione corrente dei vari ospedali. Siamo tutti contribuenti e prima o poi avremo tutti la necessità di interfacciarci con la sanità.”

L’esempio di Asiago

Sulla questione alloggi, l’ex candidata sindaco di Thiene porta come esempio il comune di Asiago, evidenziando come il primo cittadino sia stato in grado di rendere l’ospedale attrattivo proponendo diversi alloggi al personale medico: “E’ un punto nascite anche se non ha i numeri per poterlo sostenere da un punto di vista amministrativo, ma il sindaco è riuscito a portare a casa un servizio per i propri cittadini. Abbiamo diverse idee per fare arrivare medici, per dare all’alto vicentino pari dignità rispetto all’ospedale di Bassano, soprattutto nell’urgenza. Se anziché parlare in commissione a porte chiuse si condividessero certi temi in consiglio comunale, così che i cittadini abbiano contezza di che tipo di qualità esiste nell’alto vicentino, quindi si avrebbe trasparenza sarebbe più costruttivo anche il nostro lavoro, in base alle idee che abbiamo da condividere”.

 

Laura San Brunone

 

 

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