Che la pensasse così lo si sa da tempo, ma ora la posizione di Ascom è quella di chi è schierato: la domenica si chiude e deve essere di competenza della Regione stabilire quando saranno i giorni di Dio in cui si tiene aperto.
Emanuele Cattelan , presidente di Confcommercio-Thiene appoggia la decisione di chi ha dato un segnale coraggioso:’ Sono dalla parte di Marcello Cestaro che, pur essendo uno dei capofila della grande distribuzione ha deciso di tenere chiuso di domenica il suo Famila’.
Serrande abbassate il giorno della santa messa quindi, con la possibilità per tutti di godersi un po’ di relax e privilegiare la vita privata almeno una volta la settimana.
‘Le aperture tutte le domeniche e non solo nei periodi di festa – ha sottolineato Cattelan – sono state volute dalla grande distribuzione. Hanno spinto la cosa dicendo che avrebbero creato posti di lavoro e una concorrenza sana, invece sotto c’erano solo interessi economici. I grandi gruppi sono prevalentemente stranieri, non pagano le tasse in I’Italia e porta noil guadagno all’estero. Da noi la grande distribuzione con le sue non-regole ha creato povertà nel tessuto sociale. Ha fatto morire piccole realtà locali e ha creato solo posti di lavoro a basso reddito che sarebbero stati a reddito normale se non ci fossero state le aperture domenicali’.
Quello che secondo la deregulation doveva rappresentare una ripresa dell’economia, per Ascom si è rivelata una bolla di sapone con dentro le puntine, cioè ‘xè peso il tacon del sbrego’.
‘Ascom – ha detto Cattelan –chiede che la competenza del calendario delle aperture sia delle Regioni. E’chiaro che ci saranno domeniche in cui si terrà aperto. Sicuramente in concomitanza con le feste e noi siamo disposti ad averne anche di più di quelle che erano prima della deregulation. Ma deve essere un numero adeguato che permetta agli operatori del settore di avere anche tempo libero da trascorrere con le famiglie e godersi un po’ di riposo. Dobbiamo tutti sapere – ha concluso– che le aperture domenicali non hanno mai aumentato i consumi, ma hanno solo spalmato quelli abituali in un arco di tempo più lungo’.
Anna Bianchini