di Mario Piccirillo
“Agnelli mi diede anche un miliardo in nero. Non rammento come lo spesi, giuro. Mi convocò a Torino: ‘Voglio Paolo Rossi‘. Glielo ridò fra un anno, replicai. ‘No, adesso’. Andammo alle buste. Io lo valutai 2,4 miliardi di lire, l’Avvocato 900 milioni. Quello stesso anno il Vicenza fu retrocesso in serie B. Capito come funziona il calcio?“. Il Corriere della Sera ha intervistato l’ex presidente del Milan, Giussy Farina. Oggi ha 89 anni. Imprenditore, nel 1968 divenne presidente del Lanerossi Vicenza. Nel 1982 acquistò il Milan da Felice Colombo. Quattro anni dopo la società rossonera, a un passo dal fallimento, passò a Silvio Berlusconi.
“Non ero un cornificatore seriale. Se capitava… – racconta – Fino ai 40 anni non ho corteggiato nessuna, semmai venivo corteggiato. Tutti a consigliarmi: ‘Compra il Milan, vedrai quante donne cadranno ai tuoi piedi‘. Manco una. Andai da Silvio Berlusconi ad Arcore. Prendilo tu, gli dissi. ‘T’invidio quella bella testa di capelli neri’, mi rispose. Fui arrestato per un reato, il falso in bilancio, che oggi non esiste nemmeno più. Il mio avvocato s’era accordato con il pm Ilio Poppa perché mi rilasciasse subito. Invece mi tennero in cella 48 ore. Cominciai lo sciopero della fame. I g’ha ciapà paura. Il lunedì, prima di liberarmi, mi portarono in mensa: g’ho fato ’na magnàda che ancora ce l’ho in mente. ‘Se non passi tre giorni in galera, in Italia non sei nessuno‘, commentò mia sorella. Aveva ragione”.
