Poi ci lamentiamo e ci indigniamo perchè vanno a lavorare altrove, perchè oltre alla ormai cronica carenza dei medici di base, anche quelli di guardia medica si rifiutano di lavorare. Un rifiuto prevedibile dopo la decisione della Regione Veneto di abbassare i compensi da 40 a 23 euro l’ora per questi camici bianchi che troviamo a qualsiasi ora del giorno e della notte nei festivi e nei paesi più sperduti. Mentre noi siamo a pranzo fuori, a camminare, a goderci il fine settimana con i nostri cari, sono loro che fanno i turni per essere pronti all’emergenza che può essere dietro l’angolo. Soprattutto se si tratta di dare cure immediate a quelle persone anziane  che hanno bisogno di avere un punto di riferimento vicino casa.

L’emblema di quanto sta accadendo si è verificato a Thiene durante il ponte del primo giugno, quando il presidio di guardia medica è rimasto chiuso per ‘malattia’ fino al 3. Così ha scritto la dirigenza del distretto 2 dell’Ulss 7 sul cartello davanti alla porta chiusa, ma non erano ammalati i medici di guardia (solo uno lo era). La verità è che quelli che erano i nostri dottori, si rifiutano di essere sottopagati e di adeguarsi alle condizioni della Regione che definisce il distretto 2 dell’Ulss Pedemontana non più ‘carente’ e ‘ zona disagiata’. Questo ha comportato non solo l’abbassamento del compenso orario di questi medici, a cui non conviene più lavorare sul nostro territorio, ma impedisce di fare quei ‘turni volanti’, che consentivano di arrotondare.

Era il caso di adottare un provvedimento così penalizzante in un momento in cui si soffre già abbastanza per la carenza di medici di base? Perchè si stanno facendo scappare altrove anche loro? Anche un cittadino semplice arriva al ragionamento basilare che penalizzare economicamente i medici di guardia, unito alla carenza di medici di famiglia, crea il disastro su un territorio già sofferente. Eppure, tanto per cambiare, nessuno muove un dito. Al sindaco di Thiene Giampi Michelusi, la Ulss 7 ha comunicato che sarebbe rimasta chiusa la guardia medica perchè i turnisti erano malati e magari lui c’ha creduto. Come lo hanno creduto i cittadini che hanno avuto bisogno del presidio che si trova nello stabile del Boldrini ed hanno trovato tutto serrato. La verità è ben diversa e racchiude un’ipocrisia che vuole tenere buona una popolazione a cui si spera di non fare sapere le cose come stanno per non perdere consenso. C’è la parola dell’Ulss 7 contro quella dei medici di guardia medica, che non ci stanno più a lavorare a certe condizioni. Alcuni sarebbero andati già altrove. Perchè in altre zone anche vicine a noi, i compensi sono più dignitosi. E poi,  per la stessa cifra cioè 23 euro orari, è chiaro che si preferisca rimanere a lavorare sotto casa:  in questo modo eviti la stanchezza di anche più di due ore di viaggio andata e ritorno ed eviti anche di sprecare più soldi in benzina e pedaggi autostradali. I Vicentini non hanno una facoltà di medicina che gli sforna medici, se l’azienda sanitaria come dice li vuole attrarre  dai poli universitari li deve incentivare in qualche modo. Invece, pare li si voglia fare emigrare a tutti i costi!

Tante le dimissioni e quello che preoccupa è la versione di un’azienda sanitaria, che dichiara diversamente da quanto spiegato dai medici interessati da un provvedimento che li umilia. “Si sono ammalati tutto d’un tratto e tutti assieme, da costringere la dirigenza a chiudere il presidio thienese”, ma i camici bianchi non solo sostengono che non è così, ma che la situazione era stata preannunciata da tempo.

I sindaci della conferenza tacciono e sappiamo che non hanno il polso dei colleghi bassanesi quando c’è da lottare per la sanità, in Regione non abbiamo rappresentanza e l’unica che ha affrontato il tema è stata Cristina Guarda, che nei mesi scorsi, dopo il provvedimento che penalizzava le guardie mediche aveva subito inviato una interrogazione che dovrà essere discussa. Anche l’attuale sindaco di Vicenza Giacomo Possamai era sceso in campo quando era consigliere regionale come i consiglieri di opposizione Carlo Cunegato e Giorgio De Zen.  In mezzo, i cittadini che poi, vanno a sovraffollare il pronto soccorso per problemi che potrebbero essere risolti tranquillamente in un presidio di guardia medica. Un cane che si morde la coda tra silenzi e versioni ufficiali che non combaciano con quelle dei medici, che parlano di ‘sbando ‘.

L’interrogazione della consigliera Guarda

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Natalia Bandiera

 

 

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