Multifunzionale, innovativo, generativo. “È questo il lavoro nelle nostre Valli montane. Domani festeggiamo un lavoro che torna a esserci, nonostante non sempre le Istituzioni siano efficacemente vicine alle imprese che nascono nelle Alpi e negli Appennini. Vi sono contributi a fondo perduto, per le imprese, per ammodernarle, pochi fondi per farle nascere, al netto non siano passaggi di generazione, incentivati dal PSR. C’è troppo poco per le start up dell’agricoltura ad esempio. E su questo serve una riflessione. Per un giovane, trovare la terra e qualche risorsa per partire non è semplice. Ma le aziende che negli ultimi dieci anni sono nate nelle valli montane del Paese dimostrano che l’innovazione è il giusto valore per agire. E che molto diversa è la situazione del lavoro nelle aree montane, rispetto alle periferie urbane ad esempio. C’è meno, molto meno sommerso di un tempo. Ne rimane un po’ a va estirpato. Si fanno più lavori diversi, durante l’anno, e la ‘Cooperazione di comunità’ è uno dei modelli più belli e forti per il futuro dei paesi, insieme. C’è meno empirismo oggi nelle imprese rispetto a qualche decennio fa, ci sono molti più laureati, anche in rifugi alpini, ristoranti e tra i campi e le foreste. Sono formati e moderni. Usano efficacemente beni collettivi, consapevoli della crisi climatica. Lavorano con l’e-commerce, arrivano da esperienze fatte all’estero. Sanno cosa sono i ‘luoghi di comunità’, dunque il legame con il territorio. Chiedono supporto all’Amministrazione locale, e su questo abbiamo da lavorare. Come sugli incentivi finanziari. Perché un Decreto lavoro serio, vero, dovrebbe consentire alle aziende montane di accedere subito a un fondo ad hoc montato da MEF e Cassa Depositi e Prestiti. Ecco la nostra richiesta, insieme ovviamente a fiscalità peculiare e differenziata, che ormai sembra essere un tabù”.
Lo afferma Marco Bussone, Presidente Uncem, alla vigilia del Primo Maggio.