“Non potrà mai camminare, non potrà mai parlare, non avrà mai una vita sociale, non potrà mai alimentarsi da solo. Tutti a leggere quei faldoni di documenti, ma nessuno che guardasse Riccardo negli occhi, nessuno che pensasse che in fondo la scienza è un’arte, la scienza medica è un approccio multidisciplinare, tanto più quando si tratta di un bambino. E il cervello, se opportunamente stimolato, è in grado di poter creare nuove connessioni che possono sostituire quelle danneggiate. Si chiama neuroplasticità. Un libro, “Il cervello infinito”, ci ha dato un orientamento, e il metodo Feldenkrais ci ha infine offerto la strada per realizzare questa teoria”. Sono solo alcuni dei passaggi e degli approfondimenti espressi da Christian Barzazi nel ripercorrere la complessa vicenda del figlio Riccardo – al quale è stata diagnosticata una paralisi cerebrale infantile – a partire dal giorno della nascita, dal 27 marzo del 2014, al termine del drammatico travaglio della madre Maria Giovanna. La vicenda di Riccardo è diventata un libro, intitolato “Il tuo sorriso illumina la nostra vita. Una storia tra amore e metodo Feldenkrais”, scritto dal padre, avvocato e imprenditore di Dolo, in provincia di Venezia, e presentato questa mattina a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, con il Presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, la Consigliera Francesca Scatto (Lega-LV), Presidente della Sesta commissione consiliare, e con il coinvolgimento dell’Assessore regionale Manuela Lanzarin.
“Il cervello di una persona adulta consuma circa 20 Watt di potenza continua – ha ricordato il Presidente Ciambetti nel corso dei saluti iniziali – più o meno il consumo di una lampadina, e nonostante questo è capace di fare cose incredibili, ben al di là di qualsiasi cosa si possa oggi ottenere con qualsiasi computer. L’idea che noi si usi solamente il 10 per cento delle effettive potenzialità del nostro cervello è una leggenda difficile da scalfire, anche se cela un dato di fatto incontrovertibile: in verità noi sappiamo ancora ben poco delle nostre potenzialità e non è un caso se periodicamente la ricerca sposta i confini del nostro sapere sul cervello lasciandoci sempre meravigliati. Davanti all’esperienza di Riccardo Barzazi la meraviglia si fa sbalordimento perché scopriamo come esistono strade inesplorate capaci di aprire nuovi e insospettabili orizzonti, grazie a persone di grande coraggio e doti non comuni, come Christian Barzazi, tutta la sua famiglia o persone come Josipa Stipetic, fisioterapista, insegnante del metodo Feldenkrais entrata immediatamente in sintonia con il piccolo Riccardo con risultati sorprendenti. Certo, questo libro, parla della straordinaria alchimia dei sentimenti e della loro potenza, ma è anche la testimonianza di un altrettanto straordinario investimento in intelligenza, ricerca, scienza e medicina applicata: una operazione difficile, che ha portato a risultati insperati e che apre la strada, come dicevo, a nuove riflessioni, campi di indagine e applicazione. Non c’è solo la speranza di Riccardo, c’è la speranza di tante famiglie e non solo di chi è affetto da tetraparesi spastico distonica, ma di chiunque si trovi ad affrontare sfide alle quali la scienza medica deve ancora trovare risposte adeguate. Il vero motore di questa vicenda è l’amore, come recita il titolo, quell’istinto naturale alla vita e alla difesa della vita di chi si ama senza confini. C’è chi ha suggerito una improbabile radice etimologica per il concetto di amore chiamando in causa per la lingua latina un’alfa privativa da cui deriverebbe “a-mors” cioè senza morte come origine del termine, quasi a sottolineare l’intensità infinita e senza confini di questo sentimento potente: etimologia altamente discutibile, ma affascinante e convincente sintesi se applicata alla vicenda della famiglia Barzazi, all’amore messo in campo e per noi tutti una lezione su cui riflettere e davanti alla quale ci sentiamo veramente piccoli. “Il mondo esiste solo per il respiro dei bambini che vanno a scuola” leggiamo nel Talmud babilonese. Oggi Riccardo va a scuola e la sua speranza è la nostra speranza”.
“Voglio ringraziare il papà, Christian, e la mamma, Maria Giovanna, che ci hanno dato la possibilità di parlare di Riccardo – ha affermato la Presidente Scatto – perché la loro battaglia è mossa dall’amore, un amore che è in grado di smuovere il mondo, e non nascondo, da genitore, l’emozione provata nel leggere le pagine di questo libro, l’angoscia provata, il pensiero del coinvolgimento della sorellina maggiore Veronica, ma anche la commozione nel comprendere quanta forza abbia trasmesso il sorriso di Riccardo ai propri genitori. L’applicazione del metodo Feldenkrais sta portando verso grandi risultati, ed è impagabile osservare i progressi fatti da Riccardo: la Regione del Veneto ha svolto il ruolo che le è proprio nel promuovere questo Metodo, ma ulteriori passaggi possono ancora essere fatti”.
Christian ha creato nel 2013 con il fratello David, la Fondazione Giovani Leoni per offrire supporto e assistenza alle famiglie dei bambini colpiti da paralisi cerebrale e in particolare per raccogliere fondi a supporto del progetto di sperimentazione scientifica della cura col metodo Feldenkrais. Il coordinamento scientifico del progetto è affidato al Prof. Stefano Masiero – Ordinario Medicina Fisica e Riabilitativa – UOC Neuroriabilitazione, Azienda Ospedale – Università di Padova. In seguito, nel 2019, è stata inaugurata a Pianiga, in provincia di Venezia, la prima clinica Feldenkrais in Italia. “La Regione del Veneto – ha ricordato Christian Barzazi – ha accolto il 13 novembre 2019 la richiesta della Fondazione di modificare la L. reg. n. 6/99 prevedendo l’erogazione di contributi regionali per i portatori di handicap psicofisici che si avvalgono del metodo Feldenkrais. Attualmente, la Fondazione è impegnata nel raccogliere i fondi necessari per avviare Brain Up, il progetto di sperimentazione scientifica volto a indagare l’efficacia del metodo Feldenkrais nella riabilitazione dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile. L’obiettivo è che il Metodo sia offerto precocemente a tutti i bambini nati con paralisi cerebrale, e che venga inserito tra le prestazioni i cui costi sono sostenuti integralmente dal Sistema Sanitario Nazionale”.