Nei giorni scorsi c’è stato lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste Italiane per l’intero turno di lavoro. Tra le richieste: la riduzione di una precarietà dilagante e l’aumento delle stabilizzazioni e del full time. “La nostra Regione vede drasticamente ridursi i servizi ai cittadini e la loro qualità, a causa soprattutto delle carenze di organico, determinate dall’uscita del 20-25% di personale, neanche lontanamente compensata dalle nuove assunzioni – scrive Cgil in una nota.
Una delegazione è stata ricevuta dal presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti e dai presidenti dei Gruppi consiliari.
“L’incontro dell’altro giorno, ha evidenziato una situazione preoccupante in cui permangono criticità e problemi, sia in termini di servizi che di personale. Nell’immaginario collettivo Poste Italiane rappresenta un vero e proprio presidio del territorio: in Veneto, in particolare, ci sono territori in cui il contatto fisico”, il rapporto personale con il cittadino e un’assistenza in particolare per quanto riguarda l’alfabetizzazione digitale si rivelano strumenti fondamentali per garantire a tutti pari accesso alla fruizione dei servizi pubblici. Penso ad esempio alle zone di montagna, dove il servizio postale è considerato uno degli ultimi presidi rimasti come pubblica amministrazione. Sul fronte occupazionale, credo sia necessario porre estrema attenzione alle disparità evidenziate dai lavoratori, che penalizzerebbero quelli a tempo determinato o che non consentirebbero loro di maturare i requisiti per un’assunzione a tempo indeterminato. Assicuro che l’attenzione nei confronti delle istanze dei lavoratori è massima e trasversale”.
Ha detto Ciambetti incontrando una rappresentanza di Slc Cgil Veneto in merito allo sciopero dei giorni scorsi, e alla vertenza tra vertici aziendali e lavoratori sulle criticità di Poste Italiane in Veneto.
“I progetti più recenti – penso ad esempio al progetto Polis – per poter funzionare hanno bisogno non solo di progettualità ma anche di risorse concrete, in termini di formazione del personale e di strumenti: la sperimentazione, che è stata sollevata come una delle criticità maggiori, non può vedere la nostra regione come contesto utilizzato per testare la validità dell’applicazione futura di nuovi servizi. Il Veneto è una regione vivace e performante dal punto di vista imprenditoriale, produttivo ed economico: ritengo quindi che ci debba essere una rete adeguata in grado di supportare cittadini e imprese con la medesima attenzione, e capace quindi di tenere il passo”, ha proseguito il presidente.
“Sto raccogliendo delle informazioni e dei dati: a breve scriverò una lettera alla dirigenza veneta di poste italiane chiedendo un riscontro effettivo circa la situazione di Poste italiane sul territorio in termini di organico e disservizi. Credo che parlare con i numeri sia l’unico modo per comprendere e far fronte alle criticità, parametrando il Veneto e la sua specificità rispetto al contesto nazionale”, ha concluso il Presidente Ciambetti.
“I problemi emersi sono molti. Spicca soprattutto la tendenza allo scollamento tra territorio e uffici postali e contemporaneamente una carenza di organici che va a danno sia dell’utenza quanto dei lavoratori sottoposti a surplus inaccettabili. In questo scenario generale legato a Poste Italiane, il Veneto appare più penalizzato rispetto ad altre regioni”. C’era anche il Consigliere regionale del Partito Democratico Jonatan Montanariello, all’incontro con i lavoratori di Poste Italiane tenutosi a palazzo Ferro-Fini.
“Ritengo sia necessario – conclude Montanariello – che dal fronte istituzionale e politico veneto parta una presa di posizione ferma e trasversale affinché Poste Italiane riveda le proprie strategie organizzative, garantendo servizi capillari con un adeguamento del proprio personale, attualmente insufficiente”.