Non si fa attendere, anzi, arriva impetuosa come un fiume in piena, la reazione di Valter Orsi, di “Noi Cittadini”, alle dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dall’assessore-vicesindaco di Schio, Giorgio Pizzolato, in merito al nuovo progetto “Centro Commerciale Fabbrica Alta”.
L’idea, sostenuta dal vicesindaco, punterebbe a favorire l’insediamento e lo sviluppo di una medio-grande struttura commerciale nel centro città. E il posto più adatto per farlo, secondo Pizzolato, sarebbe proprio la zona della Fabbrica Alta. Una sorta di “centro commerciale naturale”, dunque, che si vorrebbe far sorgere negli spazi abbandonati dell’ex Lanificio Rossi.
“L’acquisto della Fabbrica Alta non deve essere tra le priorità di spesa dell’Amministrazione Comunale nel breve termine. Il Comune, oggi, dovrebbe investire quanto più possibile nel riassetto della città dando vita ad una politica di sostegno alle aziende ed alle persone rimaste senza lavoro. La Fabbrica Alta è un patrimonio della città, ma essa di certo non è appetibile ad investitori diversi dalla pubblica amministrazione. Questi annunci sembrano invece parte di una tattica che porta ancora una volta a dar risposte alle esigenze economiche dei proprietari dell’immobile”.Queste le parole immediate di reazione, pronunciate da Orsi e dal suo gruppo“Noi Cittadini”, in replica a Pizzolato.
“Siamo contrari a qualsiasi variazione dell’assetto del centro città (l’ultima proposta presentata è la paventata chiusura di Piazza Statuto) prima di aver dato vita ad una concreta azione di rilancio dell’area stessa, dando vita una volta per tutte ad un percorso di onesta collaborazione e dialogo con chi nel centro vive ed opera. Sino ad oggi gli atteggiamenti degli attuali amministratori lasciano molto a desiderare, si nota, infatti, una forte disarticolazione fra membri della stessa giunta. Mi chiedo, in oltre, quali siano i motivi per cui le proposte avanzate dai cittadini, nell’ambito del concorso di idee sul futuro del centro, non siano state a tutt’oggi presentate ufficialmente”.
Una questione spinosa che sembra riaffiorare inesorabile, quella della Fabrica Alta, che, calata in pieno clima da campagna elettorale, si prospetta tutta politica. Nei giorni scorsi il dibattito si era già avviato con le dichiarazioni del presidente Ascom Guido Xoccato, secondo il quale un progetto del genere “rimetterebbe in discussione i risultati raggiunti con l’amministrazione nel dialogo sulla riqualificazione del centro”. Dubbi venivano palesati anche da Giovanni Luigi Fontana, docente di Storia Economica all’Università di Padova ed ex assessore di Schio, che chiede all’amministrazione di rivedere il piano di recupero dell’area alla luce della nuova situazione economica e sociale.
Al di là delle divergenze di opinione e dei riscontri economici e sociali che un siffatto ambizioso progetto potrebbe portare – o non portare – alla città, è al quanto amareggiante assistere ad una disputa così – inevitabilmente – fervida e contraddittoria. Pensare alla lungimirante e passionale opera del buon Alessandro Rossi, visionario, abile imprenditore e uomo politico italiano, che attorno alla sua fabbrica tessile scledense aveva creato tutto un mondo, tanto unito quanto operoso, fatto di quartieri, scuole, asili e istituzioni varie a favore di operai e contadini. Sempre al passo con i tempi e la tecnologia, Rossi seppe fare di Schio e dei suoi lanifici un punto di riferimento per tutta l’economia italiana. Chissà cosa direbbe il “vecchio imprenditore” di fronte a tante divisioni.
Alessandro Mafrica
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