Il senatore a vita, sette volte presidente del Consiglio, Giulio Andreotti e’ morto stamane, poco prima delle 12,30, nella sua abitazione romana. Nessuno come lui puo’ dire di aver fatto l’Italia, nemmeno il Conte di Cavour. Se questi l’Italia la penso’, la volle e la sogno’ (ma non la vide), Andreotti di sogni non ne ebbe mai molti.
Di volonta’ pero’ ne ebbe tanta, e soprattutto capacita’ di pensiero. Molto piu’ di pensiero che si azione, se e’ vero che lo riformarono in malo modo alla visita di leva e lui, divenuto ministro della difesa, ando’ a vedere che fine avesse fatto quell’ufficiale medico, per scoprire che se lo era portato via un infarto prima del tempo. Andreotti, piu’ di Cavour, ci ha lasciato l’Italia che conosciamo, con i suoi pregi (che sono molti) e i suoi difetti (che sono altrettanti).
Lui il Paese lo ha lentamente e costantemente plasmato, con quella capacita’ di vedere e intervenire prima degli altri con una prontezza che Manzoni mise in bocca al conte Zio e Guicciardini indica, nei suoi “Ricordi”, come una delle vere cifre dello statista.
Non a caso Andreotti e’ stato l’unico politico italiano a divenire una leggenda ancora da vivo. Come tutte le leggende, ha sempre diviso in due campi chi ne parlava. I suoi detrattori a sinistra lo chiamavano Belzebu’ (tradendo pero’ una involontaria ammirazione per le sue presunte arti mefistofeliche), i suoi ammiratori a sinistra (ne aveva) al centro e anche a destra (ne aveva pure qui) ne hanno sempre parlato come l’unico vero statista moderno del paese. Piu’ di Aldo Moro, piu’ di Alcide De Gasperi. Addirittura.
CASINI, “E’ STATO LA DC”
Andreotti “e’ stato la Democrazia Cristiana, pur non essendo stato mai stato segretario della Democrazia Cristiana”. E’ una delle frasi con le quali Pier Ferdinando Casini ricorda il senatore a vita.
POMICINO, AVEVA COME POCHI UN PRESTIGIO INTERNAZIONALE
“Al di la’ delle numerose critiche interne aveva un prestigio internazionale che raramente politici italiani hanno ricevuto” sottolinea Paolo Cirino Pomicino. Commosso Pomicino lo descrive come “un artefice della ricostruzione del Paese, un pezzo di vita di questa nazione, collaboro’ con De Gasperi, Fanfani, Moro” cioe’ faceva parte di una “grande classe dirigente”.
SCHIFANI, SCOMPARE IL SIMBOLO DELLA NOSTRA VITA DEMOCRATICA
“Con la morte di Giulio Andreotti scompare un simbolo della nostra vita democratica”, afferma il presidente dei senatori Pdl, Renato Schifani. “Un uomo – prosegue – che e’ stato capace, con alto senso dello Stato e con un’intelligenza non comune, di segnare tanti momenti fondamentali delle nostre istituzioni. Sono vicino ai suoi familiari in questo momento di dolore, anche a nome di tutti i senatori del Popolo della Liberta’”.
ALEMANNO, PROFONDO DOLORE DA TUTTA ROMA
“A nome di tutta la citta’ di Roma, voglio esprimere il piu’ profondo dolore per la morte di Giulio Andreotti. E’ stato probabilmente l’uomo politico nato nella Capitale piu’ rappresentativo della storia repubblicana recente, oltre a essere una persona di grande spessore umano e di incredibile dottrina sia culturale che politica. Le mie piu’ sentite condoglianze ai familiari” ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
CESA (UDC), PERDIAMO PROTAGONISTA STORIA ITALIANA
“Andreotti e’ stato uno dei piu’ straordinari protagonisti della storia italiana: un grande padre della Democrazia Cristiana a cui tutti noi dobbiamo molto. Ne ricordiamo con commozione e ammirazione la lucidita’ e il talento politico senza eta’. Alla famiglia le condoglianze mie personali e di tutto il partito” dice Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc.
IL PRIMO FLASH ALL’ESTERO E’ DELLA BBC
“Giulio Andreotti, sette volte primo ministro italiano, e’ morto all’eta’ di 94 anni”. Questo il primo flash della Bbc, il primo organo di informazione straniero a rilanciare la notizia della scomparsa di Andreotti. Il testo e’ apparso cona una “breaking news” su sfondo rosso sul sito web del servizio pubblico britannico e sul canale tv Bbc World. (agi)