Li abbiamo visti al lavoro con professionalità e silenzio quando per circa una settimana il cervo che aveva fatto capolino nella ditta Guglielmi aveva girovagato nell’hinterland thienese. Sono stati loro a catturarlo assieme all’agente di Polizia Provinciale Luca Tura, che ha potuto contare su di loro per prendere il cervo e liberarlo sull’Altopiano dei Sette Comuni. Sono i volontari cacciatori di selezione della provincia di Vicenza, tutto personale formato da Ambito Territoriale di Caccia e Provincia ed autorizzato al recupero e primo soccorso alla fauna selvatica. A catturare il cervo in via Volta a Zanè era presente Fabio Costalunga, responsabile del settore 1 , che si occupa a Breganze, Carrè, Chiuppano, Fara, Lugo, Salcedo, Sarcedo, Zanè e Zugliano, di caccia di selezione dell’Ambito Vicenza Nord.
Ma c’erano anche i volontari del settore 2 (Schio, San Vito di Leguzzano, Torrebelvicino, Santorso e Piovene Rocchette) Luca Segafreddo .E’ lui che ha provveduto al mezzo di trasporto, chiamando un altro socio arrivato con un camioncino e l’animale è stato portato a Treschè Conca. Li è stato liberato. ( Cattura cervo Zanè – YouTube)
Luca Segafreddo, come mai quel cervo si trovava in pianura? Si era parlato di ‘stagione dell’amore’ e della possibilità che fosse stato cacciato dagli adulti…
Il cervo non possiede territori ai quali si lega, come invece fa il capriolo, e non ne scaccia i giovani durante l’epoca degli amori, che per il cervo giunge a cavallo tra settembre e ottobre, variando in funzione delle condizioni climatiche degli habitat specifici. Sono altri i motivi che possono aver condotto questo animale in pianura, accadrà sempre più spesso e può capitare che stiano in pianura. Quel cervo non è una eccezione e sono tantissimi gli automobilisti che si imbattono in cervi che cercano luoghi in cui dissetarsi. Per questo non bisogna correre sulle strade, per evitare incidenti con gli animali che possono attraversare. A Magrè di Schio ce ne sono tantissimi. Poi, può accadere che qualche cervo si perda perchè condizionato nel suo percorso da qualche cane o presenza che lo disorienta.
Ci parla della vostra organizzazione? Chi siete e cosa fate per il territorio?
Esistono cacciatori impegnati assiduamente sul territorio, a sostegno di ambiente e fauna selvatica, tutta la fauna selvatica, anche quella venatoriamente non prelevabile. Le posso assicurare che siamo soli e lo facciamo da tempo, troppo tempo, in silenzio. A titolo d’esempio, gli interventi di recupero di ungulati morti o feriti effettuati dal settore 2, (hinterland scledense) quindi solo il mio (ce ne sono altri 8 nell’Ambito VI Nord) sono stati 60 nel 2021 e 38 nel 2022, e mi riferisco soltanto agli ungulati, non le cito nemmeno volpi, tassi, poiane, lepri, gheppi, allocchi, gufi, picchi, colombi e un serpente, un biacco. Eseguiamo interventi di miglioramento ambientale ripristinando sentieri, tagliando rovi e liberando aree boschive e prative, facciamo sfalci e manteniamo radure e prati in condizioni ottimali, tutto a spese nostre.
Quali luoghi comuni vanno sfatati su di voi ?
Il cacciatore non è un bracconiere. Talvolta si usano degli estremismi per definirci in maniera malevola. Inoltre, il cacciatore non deve essere visto come uno che prende dalla natura perchè c’è anche anche una missione ben chiara: quella del mantenere. Da qui il nostro impegno che non tutti conoscono, come quello di ripristinare certi territori, che hanno bisogno della cura dell’uomo, necessaria. Noi inoltre, siamo sempre presenti quando c’è da recuperare animali deceduti per cause naturali. Sa quante volte veniamo chiamati per recuperare le carcasse sulle strade e non solo. Queste vengono incenerite nel rispetto delle regole. C’è una grande collaborazione con le istituzioni e con i veterinari, che chiamano noi . I sindaci chiamano noi, la Provincia chiama noi. Ma il nostro stile è quello di fare volontariato, a volte autotassandoci, senza pubblicità nè clamori mediatici.
di redazione AltovicentinOnline