Ieri, 20 marzo, è stata la Giornata internazionale della felicità. Per l’occasione sono stati presentati i risultati dello studio sulla felicità degli adolescenti realizzato dal Meyer Center for Health and Happiness insieme all’Università di Firenze, in un evento organizzato presso il Meyer Health Campus che vede coinvolti oltre 200 ragazzi e ragazze, dei 1.700 che hanno partecipato allo studio. È un appuntamento per incontrarsi e celebrare la ricorrenza, ma soprattutto per condividere e discutere quanto è emerso dallo studio con coloro che ne sono stati protagonisti.
Cosa pensano gli adolescenti della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Quali sono le condizioni e i comportamenti che li caratterizzano quando sono più felici? Ma alla fine è possibile misurare la felicità degli adolescenti? Queste sono le domande a cui lo studio ha cercato di rispondere, grazie all’integrazione di analisi fattoriali psicometriche, svolte su scale utilizzate internazionalmente quale l’Oxford Happiness Questionnaire, e analisi del contenuto delle narrazioni raccolte, che hanno permesso di validare il costrutto di felicità dalla prospettiva degli adolescenti. I risultati dello studio. I ragazzi e le ragazze coinvolti parlano della felicità in modi diversi, spesso non riescono a darne neanche una vera e propria definizione, caratterizzandola talvolta con la negazione di determinate sensazioni e condizioni oppure frequentemente anche con l’esplicitazione delle circostanze in cui ne fanno esperienza. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza per le loro vite e la transitorietà. La felicità evoca soprattutto in loro l’idea di star bene con sé e con gli altri. Dietro questa espressione, emergono sei dimensioni principali della felicità per gli adolescenti.
La più rilevante è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali, in particolare con i propri amici e la famiglia, che condizionano in misura maggiore il loro essere felici. La seconda è l’espressione della loro soddisfazione verso la propria vita, quello che fanno e sono. Vivere emozioni positive è l’ulteriore esperienza che caratterizza la loro felicità, che si esprime attraverso il piacere, il divertimento, l’allegria. La rilevanza di questa dimensione si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono spensierati, senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica. Il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare giocano un ruolo significativo nella felicità dei ragazzi, in particolare il primo determinato dal perseguire e raggiungere propri obiettivi, che gli stessi ragazzi menzionano frequentemente come uno dei motivi per cui sono felici. In misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata. Lo studio conferma la validità del costrutto così caratterizzata attraverso l’analisi dell’associazione con costrutti analoghi inclusi nello studio, misurati attraverso altre scale utilizzate a livello internazionale, riscontrando un’associazione più forte con la dimensione del benessere generale (Epoch), con la dimensione del benessere socio-emotivo (Covitalità) e con il benessere soggettivo psicologico (WHO-5).