Paghiamo tasse da serie A, ma siamo considerati cittadini di serie B. Più che un urlo di protesta è un urlo di dolore e arriva dal Tretto . Una porzione di territorio che rappresenta il 40 per cento del comune di Schio, dove i giovani vanno via giorno dopo giorno, l’agricoltura viene scoraggiata ed i ristoratori storici sono costretti ad abbassare le saracinesche per via della crisi dei consumi e delle tasse che li hanno logorati, costringendoli a sacrifici estenuanti.
Quella più composta è la richiesta d’aiuto di Mauro Regazzini, 49 anni, ristoratore da quando ne aveva appena 14 ed aiutava il padre ai fornelli.
Titolare della trattoria Da Giancarlo nella località di Santacaterina racconta le sue giornate a lavorare infaticabile perchè non può permettersi di pagare dipendenti. Sposato e padre di 4 figli, racconta che tra Imu, tasse sui rifiuti e spese divenute insostenibili, la sua è una sopravvivenza perchè la zona del Tretto è ormai agonizzante:’Non prendo stipendio non so da quanto, rinuncio a tutto, dalle vacanze ai piccoli sfizi. I tempi sono cambiati e gli affari vanno male. Le famiglie non vengono più nemmeno il sabato e la domenica. Fino a qualche anno fa era una tradizione venire a mangiare qui su da noi. Riusciamo a tenere aperti grazie alle comitive organizzate, ma ora riceviamo anche poche richieste per eventi come matrimoni. Fino a due anni fa c’era il Rally Città di Schio che portava turismo. Si riempivano i locali per settimane. Ora non abbiamo nemmeno quello’.
Sul volto di Regazzini la sfiducia di un commerciante che non vede futuro, che si sente abbandonato da istituzioni che lo tengono in considerazione solo quando c’è da battere cassa. ‘Avevamo chiesto che a noi di periferia venissero abbassate le tasse sui rifiuti, ma non ci sono spiragli. Non capiscono che non ce la facciamo’.
Scendendo dal verdissimo Tretto, un luogo di cui si parla come attrattiva turistica, ma che ha tutte le caratteristiche della terra abbandonata a se stessa non troviamo più fiducia negli occhi di Guido Santacaterina, 61 anni, titolare del ristorante con camere per pernottamento ‘Da Marco’. ‘A breve chiudo – ci riceve sorridente e rassegnato al destino di un locale rinomato, che ha fatto la storia dell’hinterland scledense – non si può andare avanti. Troppe tasse. Troppi costi e clientela zero. Un tempo qui le camere erano sempre piene – indica con il dito i piani superiori di un locale dalla bellezza suggestiva e dal panorama mozzafiato – la gente non ha soldi. Tenere in piedi il mio locale non ha più senso. Qui occorreva un lavoro di rilancio del territorio, invece è stata bloccata l’edilizia. La gente va via, nonostante l’attaccamento alla terra e qualche vano tentativo di resistenza da parte di chi non è stato aiutato da un Comune indifferente. Hanno chiuso persino l’ufficio postale – conclude – anzichè incentivare l’urbanistica, hanno dato il colpo di grazia ad un territorio che aveva bisogno di attenzione’.
A fargli eco, il geometra Gastone Santacaterina:’E’ assurdo quello che è stato fatto in questi anni. Si è lasciato morire il Tretto e gli amministratori chiedono tasse che gli abitanti non possono pagare. Qui è tutto morto’.
Alla compostezza e ai toni bassi , che però non riescono a celare lo sconforto e l’amarezza di chi ce l’ha messa tutta, basta scendere un pò per trovare chi, senza peli sulla lingua, non esita a scagliarsi contro un’amministrazione comunale che non avrebbe sostenuto i commercianti, i suoi cittadini, coloro che per primi andavano aiutati. ‘Undici mila di Imu ha voluto il Comune – racconta inferocito Giuliano Battiston , titolare del noto ristorante Belvedere che ha avuto gli onori della cronaca anche per le nozze del big del calcio Roberto Baggio – sa dove li ho presi quei soldi?Dai risparmi di mia madre, che mi aiuta con la sua pensione. Qui siamo alla canna del gas ed il Comune pensa agli extracomunitari. Pensa agli ideali di partito e non ai problemi della gente. Chieda ai miei dipendenti da quanto tempo non li pago…..da tre mesi. Stiamo facendo sacrifici infiniti, mi sono pure rimesso in gioco ristrutturando il locale. Risultato? Mi sono indebitato ulteriormente’.
Alla domanda su come vede il futuro, il titolare del ‘Belvedere’ risponde: Se non cambia la politica, non ci resta che chiudere gli occhi. Le ripeto: siamo già attaccati alla canna del gas’.
Il grido di dolore dei commercianti e abitanti del Tretto ha raggiunto il livello di guardia. ‘Sono anni che questa gente chiede solamente la dignità di poter lavorare e di essere ascoltata – commenta Luigi Santi, consigliere comunale dell’opposizione e della Lega Nord di Schio, che ci ha accompagnati nel nostro mini tour al Tretto -. Mi sono fatto portavoce in più occasioni del loro sconforto. Quattro anni di silenzio e di rifiuto di ascolto di proposte che riguardavano il rilancio di una zona bellissima che andrebbe rivalutata e non fatta morire’.
N.B.