Il cadavere venne ritrovato a Cogollo del Cengio in avanzato stato di decomposizione. Irriconoscibile. Ci vollero giorni e giorni per dare un nome a quel cumulo di ossa.
Il gup del Tribunale di Venezia ha condannato oggi con rito abbreviato a 20 anni e sei mesi di reclusione Renzo Dekleva, ritenuto responsabile dell’omicidio della moglie Lucia Manca, della soppressione del cadavere e di falso. Solo ieri , la richiesta d’assoluzione da parte della difesa mentre l’accusa chiedeva l’ergastolo.
Il giudice Marta Paccagnella ha letto la sentenza dopo quattro ore di camera di consiglio. Nel dispositivo ha accolto interamente la tesi accusatoria del pm Francesca Crupi riconoscendo 18 anni di carcere per l’omicidio della donna, due anni per la soppressione del cadavere e sei mesi per falso.
Risarcimento di 360mila euro per la famiglia di Lucia. Quanto alle parti civili – fratelli e nipoti di Lucia Manca – il giudice ha disposta la provvisionale, immediatamente eseguibile, per un totale di 360mila euro. I difensori di Dekleva, Pietro Someda e Stefania De Danieli, non hanno commentato la sentenza, riservandosi, una volta letto il dispositivo, di ricorrere in appello.
Dekleva ha ascoltato la lettura della sentenza in silenzio, senza mai guardare i parenti della vittima. Questi ultimi hanno sottolineato come siano state rovinate due famiglie «quella di Renzo – hanno detto – e la nostra, solo che a noi Lucia non verrà mai restituita». Per i legali di parte civile si è trattato di una sentenza «corretta ed equilibrata, destinata ad essere confermata in secondo grado».
Come si ricorderà, Lucia Manca, un’impiegata bancaria veneziana, era scomparsa da casa il 7 luglio 2011. Il suo corpo, in avanzato stato di decomposizione, era stato trovato casualmente il 6 ottobre dello stesso anno, sotto un cavalcavia a Cogollo Del Cengio.