RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Juan Carrito, il piccolo orso figlio di Amarena, famoso non solo in Abruzzo ma anche nel mondo, non c’è più; la sua giovane esistenza è stata stroncata la sera del 23 gennaio da quell’arma a 4 ruote che tante vittime innocenti continua a mietere tra la fauna selvatica.

Un’altra vita preziosa che se ne va, preziosa per il suo valore intrinseco e preziosa per la sua specie che cammina pericolosamente sull’orlo dell’estinzione.

Era un mito questo giovane orso che invece di vivere sule montagne amava straordinariamente stare vicino agli umani, faceva le sue scorribande nei paesi in cerca di cibo, beveva alle fontane e giocava con i cani nella neve.

Juan Carrito ci ha fatto vivere un sogno, quello della convivenza pacifica tra uomo e natura un sogno che purtroppo si è infranto tragicamente sul gelido asfalto di quella maledetta strada tra Roccaraso e Castel di Sangro…il nostro mondo è troppo pericoloso per gli animali selvatici. Non sono loro ad attraversare le strade ma le strade ad aver invaso il loro spazio vitale.

Si fidava Juan degli umani ma gli umani lo hanno tradito attuando comportamenti sbagliati che hanno alterato la sua natura di animale selvatico facendolo diventare confidente e decretando così la sua condanna a morte.

Per quanto questo orsetto discolo e burlone, abbia suscitato tanta tenerezza e simpatia in tutto il mondo bisogna chiedersi se questo è il modo corretto di proteggere la natura selvatica. Gli orsi o sono soggetti “problematici” da eliminare o mettere in galera a vita come il povero M49 rinchiuso al Casteller o diventano dei clown da circo mediatico come Juan Carrito assediato dai turisti in modo ossessivo, per immortalarlo in foto e video…come fanno i paparazzi con i personaggi famosi. Ma siamo sicuri che non sia anche questa una forma di violenza e una totale mancanza di rispetto per gli animali selvatici? Nemmeno al momento della morte Juan Carrito è stato lasciato in pace, senza pietà i cellulari hanno filmato morbosamente la sua agonia, e questo a mio avviso è davvero vergognoso.

Io credo che tutti noi abbiamo ucciso questa piccolo orso straordinario che era diventato suo malgrado una star…dall’automobilista che forse, dico forse, se andava più piano magari avrebbe evitato un impatto mortale, agli amministratori che ora piangono la sua morte ma non hanno attuato misure davvero efficaci per proteggere lui e la sua specie, probabilmente più interessati a realizzare interventi invasivi nell’areale dell’orso, a tagliare aree naturali protette che alla tutela della biodiversità, ai turisti che hanno questo desiderio malato di far diventare tutto divertimento e spettacolo…

Pur di fotografare e filmare Carrito l’hanno perfino rincorso con l’auto…..la natura e gli animali selvatici sono diventati dei trofei da esibire sui cellulari e da postare sui social.

Juan Carrito è morto su una strada, ogni giorno migliaia di animali selvatici sono investiti dalle auto, una strage silenziosa causata da un mondo sempre più antropizzato e pieno di barriere geografiche che diventano delle trappole mortali. Pochi di noi, lo vedo anche sulle nostre strade, rallentano quando vedono i cartelli di attraversamento di animali selvatici, manca purtroppo la consapevolezza che possiamo provocare la morte di un altro essere vivente…

In molti sperano che la triste vicenda di Carrito ci abbia insegnato qualcosa, io purtroppo temo non sia così…

Ciao piccolo orso, grazie di essere stato tra noi, di averci fatto sognare, perdonaci per non averti protetto! Senza di te il mondo ora è un po più povero…spero che lassù da qualche parte ci sia un paradiso per voi orsi con tanti boschi e montagne dove tu possa correre felice assieme ai tuoi compagni per sempre libero dai pericoli e dalle miserie umane.

Marta Frigo

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