Viaggiare liberi, senza limiti né freni se non quelli dettati da madre natura. Zaino in spalla partono ancora una volta all’avventura tre chiuppanesi, Paolo Gioppo di 43 anni, Alessio Bernardelle di 44 anni e suo fratello minore Andrea Bernardelle, per raggiungere uno dei più famosi motoraduni invernali, l’ Elefanten Treffen nella foresta di Loh Thurmansbang-Solla in Germania, nato nel 1956 e conosciuto in Italia come ‘Il raduno degli Elefanti’. Undicesimo viaggio verso questo fantastico raduno per questi amici che aspettano ogni anno l’arrivo di gennaio, precisamente la fine del mese, per organizzare il loro viaggio. Una passione per la moto iniziata insieme al suo amico Ivan che quest’anno non potrà esserci. Con lui la ‘prima volta’ all’Elefanten Treffen risale al 2005 e da lì, quasi ogni anno, con l’aggiunta degli amici Alessio e Andrea, hanno partecipato al raduno in modo frequente ottenendo di volta in volta una targhetta di partecipazione che indica l’anno di presenza, da aggiungere al giubbotto (vedi foto).
Ogni volta una sorpresa, ogni anno una scoperta. Una passione di famiglia quella per la moto che in Paolo è nata fin da piccolo: “Le moto mi sono sempre piaciute. Finalmente a 22 anni ho preso la prima moto usata e sono lei sono andato a Caponord e Tarifa in Spagna. Viaggi un po’ particolari con moto molto particolari, di piccola cilindrata. Essere motociclista significa anche aiutare il prossimo. Se si ha un problema con la moto, un motociclista si ferma con te a bordo strada, ti chiede se hai bisogno di aiuto e da li possono nascere amicizie durature. Si incontra sempre tanta gente nuova. Una volta in traghetto attraversando la manica, abbiamo conosciuto un attore di Hollywood che ha lavorato in ‘Pirati dei Caraibi’ con Jhonny Deep, ci ha fatto vedere le foto con lui, sul set e ci ha invitati come ospiti a Los Angeles.”. Nonostante le gelide temperature che arrivano spesso anche a toccare i meno 20 gradi, per i motociclisti ‘Il Raduno degli Elefanti’ è un evento da non perdere, almeno una volta nella vita da provare: “Non si tratta solo del raduno in sé per sé, è anche il viaggio che conta.” racconta Paolo Gioppo. “L’esperienza parte dal momento in cui si decide di andare, dalla preparazione della moto, del viaggio, il controllare spesso le previsioni meteo e tenere conto di ogni evenienza. E’ una sfida con te stesso”. Sì, perché non sempre è possibile arrivare all’Elefanten Treffen, a volte è d’obbligo fare un passo indietro e tornare a casa: “In inverno non sempre si arriva, a volte si viene fermati dalla neve che si trova al Brennero. Una volta siamo partiti da Chiuppano, casa nostra, e siamo arrivati ad Arsiero dopo un’ora perché nevicava molto. A quel punto siamo stati costretti alla ritirata e quell’anno non ci siamo riusciti. Per chi ha la passione per la moto questo raduno significa molto e deve farlo almeno una volta nella vita. E’ una tappa fondamentale, poi c’è chi si accontenta di una sola volta e chi invece ci torna ogni anno o appena gli impegni lo permettono. Quest’anno non si sa se ce la faremo, partendo giovedì già per venerdì le previsioni sono di neve copiosa a Monaco quindi rimane un punto interrogativo”.
Ma per i motociclisti ne vale la pena, vale la pena tentarci, vale la pena prendere ferie, organizzare tutto il percorso, tentare anche se dovesse diventare ‘un viaggio della speranza’, perché il bagaglio esperenziale che si ottiene non ha eguali. “Lì arriva gente da tutta Europa, sono sempre andato con moto piccole, quindi non si tratta di viaggi confortevoli, è proprio una sfida con me stesso. Quest’anno ad esempio Alessio verrà con una Vespa 150, quindi per lui sarà un’avventura doppia. Quando si arriva, si piazzano le tende, si sta intorno al fuoco, si guardano le moto e c’è chi le ha accessori fatti in casa per ripararsi dal freddo, ci sono moto particolari o d’epoca, anche quelle che arrivano da est Europa sono particolari, e poi si sta in compagnia, si fa amicizia, si mangia e si beve attorno al fuoco nonostante il freddo, visto che è uno dei punti più freddi della Germania. Ma in compagnia si sta bene”. Un gruppo dimezzato per via di impegni lavorativi o famigliari, solitamente più numeroso quello che parte da Chiuppano. Un’altra assenza importante sarà la ragazza di Paolo, Alessandra, classe ’85 che ha preso la patente A a luglio 2022 e che, dopo 13 giorni ha fatto insieme al suo ragazzo, un bellissimo viaggio in Scozia: “Siamo insieme da 7 anni, abbiamo viaggiato molto insieme. Prima lei veniva con me da passeggera ma non molto tempo fa si è armata di coraggio, le ho insegnato prima con una moto da cross, poi quando era più sicura ha preso un 125 e infine la patente a luglio. E così siamo partiti. Non è stata impresa facile, anche perché in Scozia si guida a sinistra, però ce l’ha fatta. Sono esperienze importanti, le è servito molto anche contro il brutto periodo che stava passando, il papà aveva avuto un ictus e grazie alla moto è riuscita ad allontanarsi per un po’ dai problemi e lasciarsi andare alla vita. La moto porta ad avere un bagaglio di avventure, emozioni, esperienze”. Viaggiare in moto diventa quindi un modo per ‘stare con i propri pensieri. Niente autostrade, si scelgono percorsi alternativi, nuovi posti da vedere, nuovi paesaggi incontaminati, a contatto il più possibile con la gente del posto. Si cercano sempre di più percorsi e strade fuori dalla portata di tutti, mai fatte da nessuno per assaporare la natura, la novità. Un altro neo appassionato di moto in famiglia è il figlio di Paolo, Leone, che a 16 anni ha affrontato per la prima volta la sua salita verso il raduno tedesco insieme al papà, un’avventura emozionante che è stato anche importante contro il bullismo a scuola: “La sua prima volta è stata come passeggero, mentre la seconda volta aveva 16 anni, lui con il Ciao e io con la Vespa 50. Ora ha 20 anni e appena potrà ci tornerà, ma ricorda bene quando a scuola lo hanno bullizzato, preso in giro perché si era presentato a scuola con il motorino con il parabrezza e questo faceva ridere i suoi compagni. Lo additavano come uno sfigato. Quando invece è tornato dalla Germania, dopo 5 giorni in tenda con me e altre 6000 persone, tutti lo cercavano. Anche i professori del San Gaetano hanno sposato di buon grado questo nostro progetto anzi, hanno fatto capire ai compagni che ‘l’abito non fa il monaco’ e che, nonostante il motorino potesse sembrare brutto, aveva fatto grazie a quello un viaggio importante. E’ stata una lezione per tutti”.
Elefanten Treffen, la storia
La prima edizione fu ideata come raduno delle motociclette Zundapp-KS-601-Gespanne, le moto militari utilizzate dall’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale, soprannominate appunto “Elefanten”. Divenne subito un vero e proprio punto di riferimento per appassionati, prima di sidecar e poi di moto. Inizialmente il luogo del raduno erano i circuiti del Nurburgring e quello di Salisburgo. Ma il flusso di moto fu talmente alto, con motociclisti provenienti da molti paesi europei che non si riusciva a gestire il traffico, a contenere tutta la massa di moto in arrivo. E proprio per questo, a causa dell’altissimo numero di partecipanti e del disagio creato ai cittadini del luogo, ci fu la necessità di provare a spostare il luogo di incontro in zone più sperdute come l’attuale foresta di Loh Thurmansbang-Solla, ma tutto ciò fu inutile perché ancora oggi, nonostante l’aver cambiato posizione, i motociclisti arrivano in massa, in qualsiasi condizione, sfidando le intemperie.
Fotogallery
Laura San Brunone