Sono passati 60 anni dall’apertura del Liceo Corradini di Thiene, dall’inizio di un percorso ricco di soddisfazioni, di crescita e valorizzazione. Sono stati anni importanti per la formazione di giovani studenti diventati poi anche imprenditori, medici, avvocati, pittori e molto altro ancora. Ma soprattutto sono stati anni di ricerca, sia da parte dei docenti che della dirigenza; è stato necessario portare l’istituto ad un livello di crescita costante rispetto ai tempi in evoluzione ma anche alle esigenze dei loro studenti, portando quindi il corpo insegnanti ad entrare sempre di più in sintonia con chi avevano davanti, comprendendo, ascoltando e creando un modello d’istruzione sempre più adattabile ai tempi, alle richieste di mercato in vista del loro futuro lavorativo ma soprattutto creare un modello più adattabile possibile ad ogni singolo individuo. Ed è così che il Liceo Corradini di Thiene, giovedì scorso, nell’aula magna, è stato celebrato per il raggiungimento dei suoi 60 anni. Un turbinio di emozioni, di salti nel passato, testimonianze di ex alunni, riunione di ex docenti e personale Ata che hanno contribuito all’evoluzione di un istituto sempre più al passo con i tempi e con le esigenze degli studenti. Si sono vissuti attimi di intensità, in cui si è compreso il valore-scuola, capace “creare esseri umani”, di dare l’impronta ai percorsi professionali di individuo, che sui banchi comprendono quello che vogliono diventare da adulti.
La prima classe aperta 60 anni fa, la ‘quarta ginnasio’ con 20 iscritti, è stata fortemente voluta dal Comune come alternativa ad un’unica scelta disponibile dopo le scuole medie a Thiene, ovvero l’istituto tecnico per i commercio. Si è trattato quindi di un primo passo verso le esigenze dei giovani, il ‘costruire’ nuove possibilità rispettando le attitudini di ragazzi che sarebbero poi diventati il futuro di Thiene. E questo è un argomento molto sentito da parte della dirigenza del Corradini, come spiega il dirigente scolastico la preside Marina Maino in occasione del 60mo compleanno dell’istituto: “La serata è riuscita molto bene. Moltissime sono state le attestazioni che sono giunte di stima personale e di ringraziamento per averla ideata ed organizzata. Il Corradini è davvero una grande squadra, con ottimi docenti e validissimi ragazzi e ragazze. L’impegno, talvolta anche la fatica, alla fine ripagano sempre. Ma il Corradini è un luogo anche accogliente e dove si propongono varie attività che vanno a completare la formazione d’aula”. E’ orgogliosa la preside quando parla del “suo” liceo, che per lei è una seconda famiglia.
“In questi anni, il nostro istituto, che è stato in cima alle classifiche per la qualità degli indirizzi è cresciuto anche sul fronte dell’inclusività”, spiega Marina Maino, toccando tema che le sta a cuore come la disabilità. “La vera inclusività è dare la possibilità a tutti di poter imparare, esprimersi, crescere con un continuo sostegno per contribuire in modo costruttivo e imponente nella realizzazione del proprio sé. A dimostrazione di ciò il Progetto Area Inclusione dimostra proprio come sia possibile elevare le prestazioni di ragazzi ‘speciali’, che se seguiti con competenza possono trovare comunque la loro strada. Anche chi è nato sotto la stella della diversità può avere una vita di successo, basta saper trovare la chiave per entrare dentro questi giovani studenti a cui non deve essere precluso un liceo, solo perchè diversamente abili”.
Grazie alla rosa di insegnanti di sostegno presenti al Corradini oggi, al liceo thienese la parola inclusione ha davvero un senso. Scuola non come parcheggio per ragazzi disabili, i cui genitori hanno bisogno di sollievo, ma scuola come luogo di interscambio con tutti gli studenti. Questi ultimi, proprio per questo contatto diretto voluto dagli insegnanti, crescono sapendo cosa è la disabilità, come ci si relaziona con chi ha qualche ‘diversità’. Quindi, ragazzi non isolati in un mondo a parte come può essere un’aula di sostegno, ma integrati nella scuola con progetti, percorsi e iniziative che fanno crescere proporzionalmente studenti normodotati e non. Perchè anche lavorare fianco al fianco con un disabile è emblema di crescita, di esperienza reale, di educazione e apprendimento.
Laura San Brunone
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