Il pm di Padova, Silvia Golin, ha chiesto il rinvio a giudizio di otto persone, tra cui gli ex vertici amministrati della sanità veneta, per una serie di accordi ritenuti illeciti nell’ambito della gestione di servizi e forniture sanitarie. L’udienza davanti al Gip è stata fissata per il primo di febbraio. Tra gli indagati Mario Putin, di Serenissima Ristorazione, colosso delle mense, per turbativa d’asta, Domenico Mantoan e Patrizia Simionato, all’epoca dei fatti ai vertici delle massime strutture sanitarie del Veneto, accusati di aver illecitamente investito denaro in formazione.
Nella vicenda entra anche l’acquisto dei cosiddetti tamponi rapidi antigenici, durante il periodo tra la prima e la seconda ondata del emergenza Covid, di cui hanno fatto parlare le cronache nei giorni scorsi.
L’indagine sarebbe raccolta in 8 faldoni per 10mila pagine di contenuti che fanno riferimento ad un massiccio uso delle intercettazioni telefoniche. (ANSA).
L0pposizione: ” I nostri dubbi erano fondati”
La richiesta di rinvio a giudizio formalizzata dalla Procura di Padova rispetto alla contestata irregolarità degli appalti delle mense ospedaliere del Veneto “è un primo elemento che comunque consente già di poter affermare, fatto salvo quanto sarà deciso dal Giudice per l’udienza preliminare, la prima fondatezza delle questioni e dei dubbi che, assieme da altri esponenti dell’opposizione in Consiglio regionale, ho più volte segnalato nella scorsa legislatura e in quella in corso”. Lo afferma la consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) ricordando come l’11 aprile del 2022, alla notizia delle indagini avviate, assieme a Erika Baldin (M5s), Arturo Lorenzoni (gruppo misto), Elena Ostanel (il Veneto che Vogliamo) e Andrea Zanoni (Pd), aveva depositato una interrogazione urgente per chiedere alla Giunta regionale di ragguagliare il Consiglio, “considerato che i fatti oggetto di indagine della Procura erano di particolare gravità, visto che riguardavano la corretta gestione e allocazione delle risorse pubbliche, la libera concorrenza nel mercato e l’interesse della pubblica amministrazione al libero e corretto svolgimento delle procedure. Senza contare, oltretutto, le segnalazioni delle minoranze consiliari nel corso della precedente legislatura, ignorate specie quando la Giunta approvò un nuovo bando, nel 2019, di fatto ignorando le contestazioni dall’Autorità nazionale anticorruzione del 2018”. Ad oggi, conclude Guarda, la domanda resta senza risposta “e la cosa non stupisce affatto” data la bocciatura di una risoluzione dell’opposizione del giugno 2019 per chiedee alla giunta Zaia di impegnarsi, “nel solco di quanto affermato al tempo anche da Anac alla corretta riedizione della gara per l’affidamento del servizio di mensa ospedaliera a favore delle Ulss venete”.