Saranno celebrati domani mattina alle 10 nella Chiesa di San Gaetano a Mosson di Cogollo del Cengio i funerali di Placido Zordan, 93enne storico titolare della nota Pizzeria King Kong.
Un imprenditore capace e lungimirante che assieme alla moglie Irma, scomparsa nei primi anni Duemila, intraprese un percorso mai interrotto non solo con la Pizzeria ma anche con quella che allora – e per almeno due decenni – è stata una delle più frequentate discoteche della zona.
Un locale moderno e all’avanguardia per l’epoca, con una fresca terrazza estiva dove assaporare, oltre a pizze rigorosamente su forno a legna, dei gustosi gelati. Ma l’ingrediente in più che ha fatto il successo di questo locale punto di riferimento per migliaia di avventori da tutto l’alto vicentino oltre che per i tantissimi turisti di ritorno da una gita in Altopiano, è sempre stata la famiglia.
Una famiglia molto unita quella di Placido, coi figli Fabio e Roberto assieme alle rispettive compagne e, negli ultimi anni anche col supporto di nipoti ormai divenuti adulti, tutti dediti all’attività voluta dai nonni. Una famiglia capace di alternarsi tra servizio in cucina e sala in una sincronia perfetta: fondamentale anche l’amalgama coi dipendenti che negli anni si sono succeduti, inevitabile anche per loro sentirsi di casa tra una risata e un ‘occhiolino’ di incoraggiamento che da Placido non mancava mai.
E pensare che l’idea, in gioventù, era quella di aprire un negozio: dopo tanti anni da operaio in Lanerossi dove aveva conosciuto l’amore di una vita, vedendo la famiglia crescere, Placido si era diviso non senza sacrificio tra il turno di notte e un lavoro da elettricista di giorno. Poi l’occasione, sotto la casa appena costruita, di aprire un negozio di ferramenta: ma l’unica licenza libera era quella per il bar e da lì tutto è partito.
Era il 1967 e la storia, da allora, non si è davvero mai fermata: a parte una forte indisposizione nelle ultime settimane, impossibile non trovare Placido seduto ai tavoli dell’ingresso o in piedi prima dell’ampia e luminosa sala. Elegante e accogliente, lo sguardo vispo di chi da gestore di locale ha sempre la notizia fresca, ma sa ‘dosarsi’ con lo stile di chi è capace di dire la parola giusta, al momento giusto. Implacabile, poi, negli scherzi e nella barzellette di cui era maestro. O chi ancora lo ricorda, ai tempi quando al King Kong si andava anche per ballare, dietro al bancone intento a preparare il suo celeberrimo ‘blu notte’.
Un amico di tanti che gli hanno voluto bene, compresi quei clienti che fino agli ultimi giorni chiedevano di lui come di una persona conosciuta da sempre: impossibile non sentire un brivido lungo la schiena ora che, salendo i gradini e accostandosi a quella porta che si apre a quello che è stato il suo regno, un posto rimarrà irrimediabilmente vuoto. Eppure tutto parlerà di lui, compresa quella famiglia che oggi lo piange ma che nel suo nome, già da domani tornerà al suo posto. Con l’animo certo meno allegro, ma con un angelo custode in più.
Marco Zorzi