Il nome ha stupito. Nessun Papa prima di lui aveva scelto come “ispiratore” il poverello di Assisi. A Buenos Aires non ha mai voluto né autista né macchine blu. Nella capitale argentina ha sempre usato la metropolitana. Anche a Roma si è sempre mosso a piedi o con i mezzi pubblici.
Chi lo conosce lo considera un vero uomo di Dio: la prima cosa che ha chiesto, sempre, è di pregare per lui. Come stasera. Il nuovo Papa, nelle congregazioni pre-conclave di questi giorni, aveva parlato di un cristianesimo della misericordia e della letizia. I suoi preti prediletti sono quelli che lavorano nelle «villas miserias», le baraccopoli della capitale argentina. Senza scantonamenti dottrinali, cerca ogni soluzione possibile per far sentire a casa loro, nella comunità cristiana, anche i più lontani. La Chiesa, ripete, deve mostrare il volto della misericordia di Dio. Il nuovo Papa, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, gesuita, 76 anni era stato il cardinale più votato dopo Ratzinger già all’ultimo conclave. Bergoglio è stato un porporato anomalo. Ha sempre rifiutato incarichi nella Curia romana, e in Vaticano è sempre venuto soltanto quando era proprio indispensabile. Fra i vizi degli uomini di Chiesa quello che meno sopporta è la «mondanità spirituale»: carrierismo ecclesiastico travestito da ricercatezza per le forme clericali.
Nato a Buenos Aires, la città di cui diventerà arcivescovo, il 17 dicembre 1936, da una famiglia di origini piemontesi, si è diplomato come tecnico chimico, quindi è entrato nel noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e quindi in Argentina ha conseguito la laurea in filosofia e successivamente in teologia. Ha fatto il professore e il rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia e al contempo parroco del Patriarca San José, nella diocesi di San Miguel.
Nel 1986 ha completato in Germania la sua tesi di dottorato, quindi i superiori lo hanno destinato alla chiesa dei gesuiti di Cordoba come direttore spirituale e confessore. Nel 1992 Giovanni Paolo II l’ha nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires, nel 1997, è diventato coadiutore e un anno dopo è succeduto al cardinale Antonio Quarracino; per sei anni, fino al 2011, è stato presidente della Conferenza episcopale argentina.
Benvenuto, Papa Francesco. Sii il Papa della letizia e della misericordia! La Chiesa ne ha davvero bisogno. Oggi più che mai.
Sandro Pozza