18“I vigneti d’Italia, con delle differenze da zona a zona, hanno avuto generalmente meno vigoria, più stress idrico e grappoli con acini più piccoli, questi i motivi di una produzione più concentrata, con un calo di circa il 10%, certamente minore rispetto a quello che ci si aspettava, perché si temeva un calo del 25%. Quindi superiore a quella dello scorso anno ma rispetto alla media degli ultimi cinque anni o di quello che la vite dovrebbe produrre, la resa è stata più bassa. In tutta Italia, i terreni con minore capacità idrica naturale (quelli più superficiali o con una % di sabbia maggiore) hanno avuto un perdurare del deficit idrico che ha provocato degli effetti sulla vite e sulle uve, con concentrazioni importanti e una riduzione della vigoria: condizioni che porteranno a vini ‘di impatto’, difficilmente eleganti”. Così il noto agronomo Giovanni Bigot commenta ad askanews la vendemmia 2022.

L’esperto friulano ha brevettato un metodo di valutazione del potenziale qualitativo di un vigneto (“Indice Bigot”) che prende in considerazione nove parametri che hanno influenza diretta sulla qualità del vino: produzione; superficie fogliare esposta (SFE); rapporto tra metri quadri di foglie e quantità di uva per ceppo (quantità di foglie per kg di uva); sanità delle uve; morfologia del del grappolo; stato idrico della pianta; vigore vegetativo; biodiversità e microrganismi; età del vigneto. Bigot legge dunque l’annata attraverso il suo Indice, applicato insieme con il suo team di Perleuve “in circa 3.500 vigneti di una cinquantina di aziende presenti in dieci regioni d’Italia”.

 

 

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