Un’autonomia chiesta “scrivendo una richiesta insieme a tutte le parti sociali”, senza fare un referendum, che non riguarda tutte le materie e senza il tema del residuo fiscale. Quella del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è un’idea molto diversa da quella del presidente del Veneto Luca Zaia. I due hanno parlato di autonomia a pochi minuti di distanza, a margine dell’assemblea generale di Confindustria Vicenza. “Ad esempio, noi la scuola non la vogliamo, pensiamo che sia divisiva e non giusta” e “non chiediamo un euro in più di quello che ci viene consegnato”, afferma Bonaccini. “Anzi, ci dessero un euro in meno ma lasciassero gestire a noi una parte delle risorse ci andrebbe bene lo stesso perché crediamo di saperle spendere meglio. La nostra richiesta di autonomia deve andare di pari passo con la definizione dei Lep, e della spesa, perché le Regioni -anche chi non dovesse mai chiedere l’autonomia- devono avere la certezza di quali sono le risorse che gli vengono assegnate”. L’autonomia dovrebbe poi “essere approvata dal Parlamento”, continua Bonaccini.
“E se si tratta di concedere l’autonomia a una Regione, la gran parte di parlamentari non provengono da quella Regione, e dunque devono essere coinvolti”. Ad ogni modo, “per noi l’autonomia non è un problema di risorse, io ho sempre detto che noi siamo contrari a qualsiasi residuo fiscale che rimanesse nella Regione e ho visto che nel lavoro con la ministra Gelmini è stato tolto dal tavolo. Per noi l’autonomia ha due vantaggi: garantire la sburocratizzazione e la certezza della programmabilità degli investimenti e delle risorse”, conclude.