Verrebbe da chiedersi da dove arriva tutta questa cattiveria. Ma perché una persona non può esprimere un suo parere senza correre il rischio di essere ricoperto d’insulti? Ma perché se capita di ricordare qualcuno o qualcosa, c’è sempre il “leone da tastiera” pronto a rovesciare addosso offese e improperi di ogni tipo? Maleducazione? Più frustrazione. Sentite un po’ questa. Protagonista è Marco Rabito, che di professione fa il metereologo. Dunque un uomo di scienza, vista la materia trattata. Nei giorni scorsi è morto l’uomo della scienza per definizione, Piero Angela, e chissà quanti (milioni) messaggi di cordoglio sono stati scritti tra gruppi, bacheche e via dicendo. Rabito era uno di quelli. Mai avrebbe pensato di essere sommerso di insulti e persino minacce di morte solo per “aver onorato la memoria di Piero Angela”, come scrive lo stesso meteerologo sulla pagina Facebook di Meteo in Veneto, di cui ne è presidente. Minacce di morte? Sì, avete letto bene. Minacce di morte. E per cosa? Per aver ricordato uno dei grandi della nostra televisione? Per aver detto la sua su un “Leonardo da Vinci”, come lo ha definito il figlio Alberto durante l’ultimo saluto? Eppure c’è chi non ha avuto di meglio che prendersela con Rabito. Il quale ha deciso di rispondere da signore, postando il commento di un utente che lo ringrazia per il lavoro svolto. Chapeau a lui. «Abbiamo scelto inoltre di eliminare in maniera tempestiva i disturbatori – si legge su Meteo in Veneto a firma proprio di Rabito – i maleducati, gli odiatori e i provocatori. Ci costa un grande impegno di presenza costante, che potremmo e vorremmo impiegare in altro modo. Ma il mondo dei social è questo, purtroppo. Forniamo un servizio di previsione del tempo di livello professionale e soprattutto gratuito e, segnatamente nella giornata di ieri a titolo di esempio, abbiamo ribadito più volte che si sarebbero potuti realizzare tutti i piani ferragostani e che l’instabilità sarebbe arrivata solo in serata. Elaborando quindi una previsione perfettamente coerente con quanto poi accaduto nei fatti. Per questo motivo mi sento di evidenziare ciò di buono che ogni giorno ci arriva, che non merita di essere offuscato da pochi ignoranti da web che andrebbero emarginati e isolati da tutta la nostra comunità». In poche righe, una lezione. Certamente Rabito non ha eliminato gli frustrati da tastiera – quelli ci saranno sempre e iniziare a denunciare sarebbe cosa buona e giusta – ma forse qualcuno in più, inizierà a riflettere almeno un secondo, prima di scrivere. Una volta i nonni suggerivano di contare sino a dieci prima di aprire bocca. Il consiglio resta sempre valido. Anche con davanti un computer o uno smartphone.

 

Alessandro Ragazzo

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia