Per qualcuno i nodi al pettine arriveranno non appena alzerà le serrande dopo la pausa estiva. Per altri, il salto sulla sedia è già avvenuto, guardando la bolletta dell’energia elettrica di giugno e luglio. Dove c’è stato sì un caldo bestia ma tra poche settimane arriverà l’autunno e allora “entrerà in scena” pure il riscaldamento, ossia il gas. E giù un’altra mazzata. Momenti duri per famiglie e imprese, che neppure avranno il tempo di ricordare i bei tempi trascorsi al mare, in montagna e nelle città d’arte, che dovranno mettere mano al portafogli per pagare le spese quotidiane. E se l’estate è stata bollente per le temperature, l’autunno sarà rovente per gli esborsi. Ci sono ristoratori che sui social, senza alcun problema, mostrano i conti della corrente da sostenere, con percentuali salite del 100-120 per cento causa la guerra in Ucraina. Più del doppio, insomma. Fatture da 10 mila euro per gli stessi kilowattora consumati l’anno precedente, quando l’esborso era sì e no la metà. Invece il 2022 è l’anno dei record, non solo dei gradi dell’aria, perché tra carburante, trasporti, costi delle materie prime, siccità e inflazione, fare impresa diventa… un’impresa. Tiziano Canesso, del ristorante-pizzeria Bel Sit di Fara Vicentino e rappresentante dei Ristoratori d’autore, è uno che non nasconde i suoi timori su un futuro certo solo di aumenti. «Per quanto mi riguarda – riferisce – gli importi sono saliti anche del 120 per cento. Faccio un esempio; se a giugno si pagava 1000 di corrente, ora si arriva anche 2500 euro. Non è facile andare avanti così. La speranza è una riduzione ma sono tanto perplesso che ciò accada».
Canesso è un fiume in piena e mostra le bollette per fare vedere gli aumenti esponenziali. <Gli aumenti delle materie prime ci hanno già costretto a ritoccare i prezzi ed i clienti hanno compreso, ma c’è un caos allarmante, che ci scoraggia e ci fa temere per un futuro a questo punto, incerto. E’ una crisi della ristorazione generale ed io che faccio associazionismo con Confcommercio, posso assicurarvi che la situazione è una fotocopia per tutti>.
Al momento respira Andrea Simonato de Le Bronxe, stavolta di Zanè, ma non si fa troppe illusioni. Anzi. «Lo scorso anno, con l’apertura del locale – spiega – avevamo fatto il blocco energetico e, al momento, non ho avuto rincari. Certo, non so che mi succederà un domani. Parlando con altri colleghi, certi costi sono più che raddoppiati». Infatti, provate ad andarglielo a dire a quei due imprenditori, uno della provincia di Cremona l’altro nel Salernitano che, nelle ultime ore, sono diventati virali dopo aver pubblicato il salasso da pagare per il solo luglio: altro che salti sulla sedia. Qui c’è la dinamite.
Alla pizzeria Funky Gallo di Roncadello, nel Cremonese, al titolare è arrivata una bolletta della corrente da oltre 4 mila euro. Peccato che un anno prima, per lo stesso periodo, avesse pagato 1350: un terzo. Così ha affisso un cartello: “Quando le spese diventano insostenibili, mettere una pizza Margherita a 10 euro e passare da ladro o chiudere l’attività”. Bel dilemma. Al proprietario di un’azienda Conserviera di Buccino, a Salerno, è andata addirittura molto peggio: a luglio 2021 pagò 120 mila euro e spiccioli di gas per 20 giorni di lavoro, un anno dopo 978 mila euro e rotti. Oltre otto volte. «Mentre i nostri politici litigano per una poltrona calda, gli imprenditori sono lasciati soli in mezzo alla giungla energetica. Per lavorare 15 giorni di luglio, mi tocca pagare una bolletta di gas di 978.000 a fronte di circa 120.000 dello scorso anno (per 20 giorni di lavoro) Non era meglio andare al mare??????» si sfoga l’uomo sui social. Chissà se al prossimo governo fregherà qualcosa mantenere il tessuto produttivo nazionale o lo lascerà allo sbaraglio.
Il comunicato di Confcommercio
La corsa dell’energia e un’inflazione prossima all’8%, per quasi l’80% dovuta proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, “mette a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro”. E’ quanto stima Confcommercio-Imprese per l’Italia, che indica come la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33miliardi, il triplo rispetto al 2021 (11 miliardi) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi). “Uno scenario che desta forte preoccupazione”, afferma sostenendo la necessità di interventi ad hoc e nuove misure di sostegno.
Alessandro Ragazzo
Natalia Bandiera