Da quella domenica 26 giugno, giorno in cui è stato eletto sindaco di Thiene, è passato un mese e qualche spicciolo ma, in realtà, pare trascorso un secolo: le prime polemiche interne alla neonata maggioranza, i già ben visibili aumenti sulle bollette del municipio e domani chissà, un governo caduto. Insomma, verrebbe da scomodare il titolo di un film del 2007, 30 giorni al buio, di David Slade, perché qualche spina ha dovuto affrontarla Gianantonio Michelusi. Invece, non si scompone e tira diritto.
Senta sindaco, come sono andate queste prime cinque settimane?
«C’è tanto lavoro da fare, non mi aspettavo una mole così imponente. Sono una persona pragmatica, vorrei fare tutto e subito ma non è possibile. Arrivo in municipio presto e rientro a casa tardi. Cerco sempre di dare il massimo e lo farò pure stavolta»
Pronti-via e a qualche ora dal suo primo consiglio comunale, qualcuno della sua maggioranza (una lettera firmata da Gaetano Vezzaro, Elsa Marsilio e Rosaria Buonincontri ndr) non ha preso bene la composizione della giunta. Non un bell’inizio.
«Non è facile gestire 72 persone. Non ho fatto promesse ad alcuno e le polemiche arrivano da chi non è entrato in consiglio. Mi ha fatto male che tutto ciò avvenisse appena prima l’insediamento ma non sono un rancoroso e ho già smaltito tutto. Ho ricevuto offese pure sui social e questo un seguito lo avrà».
Farà denunce?
«Ho smesso di leggere gli insulti e le illazioni sul mio conto di persone che poi, per strada, si voltano dall’altra parte fingendo di non conoscerti. Più che “leoni da tastiera”, li definirei “conigli da tastiera”. Da quando ho ridotto le visite sui social, sto meglio».
A questo aggiungiamo la caduta del governo Draghi…
«Racconto un anedotto: avevamo appena finito di staccare i manifesti della nostra campagna elettorale, ed è arrivata la notizia da Roma della fine dell’esecutivo. Lo dico: una cosa scellerata. Ha dell’incredibile quanto successo, lo scriveremo nei libri della scuola di cabaret, come ha detto il presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Stiamo vivendo un momento storico molto particolare, tra la pandemia, l’arrivo di una prossima variante prevista per autunno, la guerra in Ucraina, le bollette esorbitanti. Molte aziende stanno morendo a causa degli aumenti. Una figura autorevole come Draghi ci avrebbe dato una maggiore sicurezza. Non so cosa succederà dopo ole elezioni del 25 settembre ma credo molto poco alla politica fatta dai partiti. Non amo le chiacchiere».
È preoccupato?
«Certo che sì. Lo sono come padre di famiglia, come nonno, genitore e non solo come politico. Qui c’è chi non ha il quadro della situazione e vive in un altro mondo».
Parlava di un aumento delle bollette. Guardando le prime cifre, cosa può dire ai thienesi?
«Che salvo altri rincari da qui a dicembre, registriamo una crescita di 280 mila. E la voce più importante riguarda il gas. Faremo fronte a ciò con i fondi Covid».
La sua collega di Fara Vicentino, Maria Teresa Sperotto, ci è andata giù pesante sul Decreto Concorrenza, dicendo che non rispetta la dignità umana. Lei dai che parte sta?
«Ha ragione, anche se so che ci sono stati dei movimenti in passato con l’Anci. Thiene ha adottato un piano delle antenne, dovremmo essere più tutelati rispetto ad altre realtà. Ormai i sindaci sono chiamati a risolvere i problemi, mentre lo Stato fa quello che vuole. Siamo dei servitori».
A proposito di colleghi, con Valter Orsi di Schio si potrebbe creare una buona sinergia? Dopo tutto governate i comuni principali del territorio.
«Sì, c’è massima sintonia e lo sarà sempre più. Stiamo lavorando insieme, ci sono problemi da risolvere, come il traffico, ma anche la collaborazione con gli altri Comuni sarà fondamentale. Anzi, è indispensabile».
Come vi siete mossi sinora?
«Vogliamo dare un volto nuovo a Thiene, ne ho parlato pure con le associazioni del territorio. Stiamo intervenendo per sistemare i varchi cittadini per monitorare gli accessi per chi tenta di delinquere, c’è l’impegno di usare le nuove tecnologie per garantire la sicurezza. Inoltre c’è un confronto con la polizia locale e con loro ho fatto un monitoraggio notturno del territorio. Abbiamo un programma lungo da svolgere».
Primo mese da sindaco. Come si definirebbe?
«Qualcuno dice che non mi vede a spritz ed è vero. Non sono un tipo da giacca e cravatta. Mi vesto camicia e jeans perché devo muovermi parecchio, voglio avere la situazione sotto mano ed essere sempre pronto a intervenire a ogni condizione di pericolo. Da quando è finita la campagna elettrorale, non mi sono preso neanche un’ora di ferie, io e la mia squadra ci siamo messi subito all’opera: mi fermerò qualche giorno in agosto e starò con mia moglie».
Alessandro Ragazzo