Se la sottoscrizione dell’appello di molti sindaci del vicentino compreso quello – molto discusso – del Presidente della Provincia di Vicenza e sindaco del capoluogo berico Francesco Rucco per chiedere al Presidente del Consiglio Mario Draghi di restare al suo posto non pare riscontrare un gradimento pieno, ci provano i colleghi che la missiva l’hanno letta ma non hanno voluto firmarla, ad intercettare gli umori della gente e soprattutto a spiegare perchè, per loro, è bene che l’esperienza governativa del ‘Draghi nazionale’ termini qui.
“Sgombriamo anzitutto il campo da un primo dubbio” – commenta il Sindaco di Isola Vicentina Francesco Gonzo -“e cioè che gli irresponsabili non sono quelli che non aderiscono all’appello, ma semmai quelli che con le loro azioni fanno cadere il governo. Io ci ho riflettuto, ho scelto autonomamente anche se la mia decisione coincide con la linea del partito cui faccio riferimento, FdI. Ritengo che da rappresentanti dei cittadini dobbiamo stare attenti: i tempi sono maturi affinchè si realizzi che Draghi ha ricoperto quell’incarico per incapacità della politica. Un fatto eccezionale che non può diventare prassi, una forzatura che ritengo dannosa per la democrazia. C’è solo una strada da perseguire: ridare voce al paese attraverso l’esercizio del voto. Quanto allo spettro del ‘cosa faremo senza un governo e come reagirà l’Europa’ – prosegue Gonzo evitando toni polemici ma mostrandosi particolarmente determinato – io credo che serva uno scatto d’orgoglio e di autorevolezza: se si ritrattasse sui fondi Pnrr, rinegozieremo e i paesi europei non potranno che prendere atto della volontà popolare che ricordo essere sovrana”.
Non si discosta di molto il pensiero di un altro veterano della politica dell’alto vicentino che allarga la discussione anche ad un tema ritenuto tutt’alto che secondario: “Con la storia del conflitto russo- ucraino” – dichiara il primo cittadino di Piovene Rocchette Erminio Masero – “del quale ovviamente riconosco la tragicità delle conseguenze umane, stiamo evidentemente assistendo ad una crisi speculativa che penalizza fortemente le tasche dei nostri cittadini. Il nostro governo pensa a fornire armi e pretenderebbe di parlare di pace, ma così non si va da nessuna parte: un governo peraltro sotto ricatto dei partiti, debole e ormai ridotto ad un compromesso al ribasso quotidianamente. Io sono perchè si ritorni al voto, a rimettere la politica al centro: che vinca destra, centro o sinistra ma che si consegni all’Italia un governo politico. Con un ‘commissariamento’ , si può temporaneamente gestire la fase di transizione senza scossoni: bisogna volerlo però”.
Un dato appare certo: per molti Draghi è sempre stato il banchiere, l’uomo dei poteri forti. Poco empatico e raramente capace di ‘bucare’ lo schermo: ma rimane comunque – sondaggi alla mano – il politico italiano più apprezzato del momento. Domani il verdetto.
Marco Zorzi
Anche l’Alto Vicentino chiede a Draghi di restare: ‘Più che la politica c’entra il buon senso’