La strage non scoraggia gli escursionisti: tra di loro anche turisti dell’orrore. Sono stati quindi boccati tutti gli accessi e installati due radar per monitorare il massiccio.
Il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha firmato una nuova ordinanza attraverso la quale viene circoscritta l’area di chiusura del massiccio della Marmolada, in seguito al distacco di un seracco sotto Punta Rocca. Il divieto di accesso è limitato al versante nord con la forcella Marmolada (da Villetta Maria sentiero E618-E619, prossimità Rifugio Dolomia sentiero E618-Altavia n. 2-E606, piazzale Cima Undici sentiero E618-Altavia n. 2-E606, val Contrin 602-602A). Si puntualizza che il divieto di percorrenza lungo i sentieri elencati in precedenza interessa anche gli alpinisti che risalgono la parete sud-ovest della Marmolada. I trasgressori saranno denunciati, ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale. L’accesso all’area è consentito dunque solo agli operatori autorizzati che stanno conducendo le ricerche in quota (oltre che ai rifugisti di Punta Penia e Capanna Ghiacciaio). La zona è controllata dal personale di Corpo forestale del Trentino e Polizia locale della Val di Fassa. Le operazioni sono riprese nella prima mattinata di oggi, con l’impiego di droni. Nella giornata di domani, i tecnici soccorritori di Soccorso alpino, Vigili del fuoco permanenti, Guardia di finanza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato effettueranno le ricerche via terra, con il supporto di cani appositamente addestrati. Le operazioni avverranno garantendo le condizioni di sicurezza degli operatori attraverso speciali tecnologie per il monitoraggio dei movimenti del ghiacciaio.
“La montagna è chiusa e sarà chiusa per parecchio tempo“, afferma Franco Zambelli, esperto vigile del fuoco da domenica impegnato nelle ricerche dei corpi rimasti coinvolti nella valanga di ghiaccio.
“L’emergenza prosegue, forse abbiamo fatto una scelta un po’ drastica, di chiudere tutta la Marmolada, ma ci consente di stare in sicurezza“, le parole del sindaco di Canazei Giovanni Bernard. Una decisione presa in accordo con i primi cittadini dei comuni limitrofi “per la sicurezza degli escursionisti, ma anche dei soccorritori che devono lavorare senza intralci”.