E’ il pubblico delle grandi occasioni quello che ieri sera ha gremito il Bocciodromo di Cogollo del Cengio dove il deputato PD Alessandro Zan è intervenuto per parlare di lotta alle discriminazioni e soprattutto di diritti.
Forse una presenza anche oltre le aspettative del Circolo Alto Astico e del suo coordinatore , Luca Cislaghi, al secondo appuntamento con i big della politica nazionale dopo quello di maggio con Emanuele Fiano.
Un tema spinoso quello affrontato dal parterre dove assieme a Zan sono arrivati anche l’attivista per i diritti civili Mattia Stella e la consigliera comunale di Schio oltre che portavoce ANIEP, Maura Fontana. Con loro anche il vicesindaco di Carrè, Igor Brunello, a testimoniare la vicinanza e la sensibilità delle istituzioni locali.
“Non tutti però capiscono l’importanza di questa battaglia” – ha esordito con verve ironica Cislaghi – “dato che qualche amministratore del mio comune e di qualche comune vicino ha sbeffeggiato questo evento dicendo che ha di meglio da fare, che è il solito modus operandi di questa sinistra che non ha di meglio a cui pensare, il tutto sottoscritto dal ‘like’ di apprezzamento di chi, da Assessore alle Pari Opportunità, per primo invece dovrebbe tutelare i soggetti deboli. L’odio porta solo altro odio, se la politica non sa essere d’esempio, è bene che si interroghi”.
E su atteggiamenti di scarsa comprensione che quasi sfocia nell’attacco personale da parte di una politica raccontata come sorda e piena di un cinismo sprezzante dell’altro, si è raccontata anche l’unica donna tra gli ospiti: “Quando ho deciso di impegnarmi in politica speravo di sentirmi utile, non usata. La mia condizione” – racconta Fontana mentre è seduta nella sua carrozzina che però non le impedisce di arrivare con forza ad un pubblico molto attento – “doveva servire per empatizzare con i tanti che hanno problemi e che avrebbero potuti identificarsi in me. Invece ho trovato solo porte chiuse e rifiuti ad ogni proposta, sino ad una sorta di resa dei conti al seguito della quale sono uscita dalla maggioranza. Qualcuno sperava mi dimettessi dal consiglio: ma io rimango lì per chi mi ha votato e per non dare soddisfazione a chi mi ha voluto così male da crearmi persino un problema fisico: ora comunque sto meglio e vi dico, non mollo, non mollate”.
“Tenendo conto della regione in cui viviamo” – racconta invece Stella, già Presidente Arcigay Vicenza – “dobbiamo anche saper guardare ai progressi fatti con fiducia e positività. L’OMS ha tolto solo nel 1990 l’omosessualità dalla lista delle malattie, se ci pensate era ieri. Oggi ci si dichiara con più facilità ed esiste una rete di aiuto: ma serve insistere e serve farlo con intelligenza per tutte le discriminazioni, non solo quella sessuale. Penso che la cosa più importante che ciascuno può fare, sia mettersi nei panni dell’altro. Si può capire tantissimo, lo dovrebbe fare anche la politica, quella buona”.
E proprio quella politica che appare a distanza siderale, si riavvicina prepotente nelle parole del rappresentante del Comune di Carrè. “Siamo uno sputo di paese” – scherza Brunello – “ma nel nostro piccolo abbiamo voluto da subito passasse il messaggio che Carrè è un paese per tutti. Due giorni dopo l’elezione, io e Valentina (il Sindaco, nrd) eravamo al Pride, orgogliosi di esserci. Ma le intenzioni non bastano e da allora molti eventi si sono legati a stretto nodo al valore dell’eguaglianza e del rispetto: abbiamo pensato ad alcune serate che analizzassero i vari fattori discriminanti e penso che chi ha partecipato ne sia uscito più ricco. Io stesso mi sono liberato con fatica dai lacci di una vita che non sentivo mia e dichiarami è stato tornare a respirare: ognuno deve poter avere questa possibilità. E basta con gli stereotipi: sì sono gay, ma sono avvocato e so fare molte cose interessanti” – ha concluso tra gli applausi.
Applausi. Quelli da stadio che hanno fatto il giro del mondo mentre al Senato veniva affossato il ddl Zan, il deputato padovano li ricorda bene: “Non è stata la mia sconfitta, ma la sconfitta di un Paese che non ha voluto riconoscere diritti che qualcuno narrava come prerogativa del solo mondo LGBT, ma che in realtà hanno lasciato più poveri e più esposti anche disabili e donne. Vorrei che fosse chiara una cosa” – ha ribadito Zan – “e cioè che chi dice che i problemi sono altri, in realtà non vuole risolvere nulla. E’ sempre il momento giusto quando la politica sceglie di aiutare i propri cittadini e lavorare per i diritti di chi non è tutelato come dovrebbe, non significa che non si possa contemporaneamente fare anche ciò che serve per gli altri problemi che affliggono l’Italia. Guardate agli Stati Uniti: la mala politica sta facendo tornare il Paese simbolo di libertà indietro di cinquant’anni con la legge sull’aborto. C’è una destra suprematista nel mondo che vuole silenziare la democrazia smantellando i diritti e minando anni di lotte di civiltà: per fortuna ci sono i giovani che l’hanno capito e sono pronti a mobilitarsi. Sono loro il futuro a cui guardare con fiducia”.
E mentre la serata si chiude con l’annuncio del disegno di legge pronto a ripartire stavolta in cerca di una non facile approvazione, sono in molti a chiedersi se l’appello lanciato dal PD locale sull’istituzione di una giornata delle diversità e contro ogni intolleranza troverà accoglimento: “Sarebbe bello che si buttasse il cuore oltre l’ostacolo” – racconta una mamma di AGEDO, Associazione Genitori di Omosessuali – “e non pensate che si tratti di un atto di altruismo perchè quando neghiamo dei diritti, alla fine finiamo per fare un torto anche noi stessi. E perdiamo tutti”.
M.Z.