Il caso è accaduto a fine di dicembre, ma gli animalisti lo hanno reso noto solo stamani ed è impossibile non darne notizie. Riguarda un noto politico dell’Alto Vicentino, ex candidato a sindaco alle recenti amministrative ed ex consigliere provinciale, denunciato per bracconaggio. La storia è stata portata alla luce grazie alle guardie venatorie della Lipu, che si trovavano nella zona di Dueville, per effettuare un normale controllo all’attività venatoria.

 

Uditi dei colpi di fucile, sparati nei pressi di alcune abitazioni, si sono precipitate sul posto, e dopo essersi appostate, hanno notato con il binocolo un cacciatore che sparando ad altezza d’uomo, abbatteva un pettirosso e se lo infilava in tasca.

Gli agenti hanno deciso di intervenire : il bracconiere, scoperto, ha tentato di allontanarsi e di disfarsi del sacchetto contenente gli uccelli protetti abbattuti, lanciandolo nella riva di un fossato.

Fermato il cacciatore, rintracciato e raccolto il sacchetto contenente due pettirossi ed un fringuello, le guardie gli hanno contestato il fatto di rilevanza penale.

Un certo stupore ha colto gli agenti scoprendo che il bracconiere  di Dueville è un noto politico, consigliere della provincia ora commissariata, candidato a sindaco nelle ultime elezioni comunali, molto conosciuto anche per le sue molteplici attività e per i suoi incarichi pubblici.

La legge prevede che per l’abbattimento di uccelli di specie particolarmente protetta, inseriti nell’appendice due della convenzione di Berna, qual è il pettirosso, al trasgressore oltre alla denuncia penale venga confiscata l’arma e si faccia segnalazione per il ritiro della licenza di caccia.

Con queste premesse i pubblici ufficiali, hanno richiesto l’intervento della polizia provinciale, che arrivata sul posto ha messo in atto i sequestri penali, arma compresa.

Reno Rizzi portavoce del comitato protezionista vicentino ha commentato così l’ennesimo episodio di bracconaggio: “In meno di un mese, ben tre cacciatori tesserati ACV sono stati denunciati per abbattimento e cattura di pettirossi, è una cosa grave, inconcepibile, che dà un segnale chiaro di cosa sia diventata oggi la caccia”.

“Ritengo che non vi siano epiteti per bollare un cacciatore che uccide con dolo un pettirosso, ma questi casi a ripetizione dimostrano che il male è profondo, e probabilmente irreversibile, questa pratica spinta dalla forza distruttrice dell’accoppiata interesse-politica sta dando i suoi frutti più marci”.

“Nel caso di specie, da una persona che si prende l’impegno di rappresentare e guidare la collettività, ci si aspetterebbe un comportamento serio ed irreprensibile, ma come ci ha insegnato la cronaca di questi ultimi mesi, in politica le mele marce abbondano”.

di Redazione Thiene on line

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