Ci sarebbe voluta la sua capacita’ di comunicare la scienza, in questi tempi difficili di pandemia. E pure la sua sagacia, per interpretare la crisi internazionale che sta facendo sgretolare perfino la collaborazione nello spazio. Insomma, ci sarebbe voluta Margherita Hack, l’astrofisica ‘amica delle stelle’, che il 12 giugno avrebbe compiuto 100 anni. Grande scienziata, divulgatrice, strenua sostenitrice dei diritti civili e della laicita’ dello Stato, in questi giorni viene ricordata con una staffetta di eventi e perfino una statua a Milano, la prima dedicata a una scienziata sul suolo pubblico in Italia.
Tavani (Inaf), la sua capacita’ di comunicare ha reso popolare l’astronomia
Margherita Hack ha lasciato un segno indelebile perche’ con la sua grande capacita’ di comunicare ha reso popolare l’astronomia: il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Marco Tavani, ricorda il grande contributo scientifico dell’astrofisica, accanto a quello che ha avuto come divulgatrice.
“Nel suo campo indagine, la spettroscopia, Margherita Hack ha condotto studi molto interessanti, dando un contributo importante”, ha detto Tavani all’ANSA. “E’ stata anche molto coinvolta nella gestione della scienza, come prima direttrice donna dell’Osservatorio di Trieste e poi si e’ occupata che di altre branche dell’astronomia. Ha sempre favorito questa disciplina anche in tempi non facili, considerando che all’epoca gli osservatori erano enti indipendenti, e ha sempre lavorato per inserire quello di Trieste nelle iniziative nazionali”.
Accanto a questo ruolo di gestione scientifica, “Margherita Hack ha svolto un enorme lavoro di comunicazione: riusciva a bucare lo schermo con il suo modo peculiare di esprimersi e nello stesso tempo – osserva Tavani – era sempre attenta e rigorosa nei contenuti. La sua era una divulgazione fatta con parole semplici, ma corretta dal punto di vista scientifico: e’ un rigore che ha sempre avuto, non ha semplificato troppo ma si e’ fatta capire da tutti”. Di sicuro Margherita Hack “ha cambiato qualcosa: senza di lei la divulgazione dell’astronomia sarebbe stata diversa. Anche oggi sentiamo la mancanza della sua spontaneita’ e della sua comunicazione colloquiale e mai banale. Si era calata nel suo ruolo ed essere diventata un personaggio va a suo merito. Ha lasciato un segno – conclude – e speriamo che in futuro altri riescano a conciliare spontaneita’ e rigore scientifico come ha sputo fare lei”.