In occasione del Festival dell’Economia di Trento, si è tenuta nel capoluogo della Provincia autonoma l’iniziativa ‘Impresa e Lavoro’ promossa dal Dipartimento Lavoro e Crisi aziendali di Fratelli d’Italia: dopo il saluto della Responsabile regionale per il Trentino-Alto Adige del Dipartimento Francesca Barbacovi, sono seguiti gli interventi del Responsabile nazionale Lavoro e Crisi aziendali del Partito e Assessore regionale al Lavoro del Veneto Elena Donazzan, del Coordinatore e Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì e del Segretario della Commissione Finanza del Senato, il Sen. Andrea De Bertoldi.
“In occasione di questo grande momento di confronto sull’economia, non poteva mancare la voce di chi si attesta essere il primo Partito della Nazione per consenso tra gli elettori italiani. Fratelli d’Italia si candida ad essere forza di governo, con titoli e competenze per poter ambire alla guida dei dicasteri più rilevanti: tra le nostre priorità i temi dell’economia e del lavoro, messi al centro della conferenza programmatica di Milano e su cui Giorgia Meloni non smette mai di porre l’accento”, ha affermato la Responsabile nazionale del Dipartimento Lavoro e Crisi aziendali Elena Donazzan.
Nel corso dell’iniziativa è stato presentato ai cittadini intervenuti e alla stampa il decalogo elaborato in occasione della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia: un focus di quello che sarà il programma di governo, redatto a partire da un importante e capillare lavoro di ascolto dei territori che da sempre sono al centro dell’azione del Partito, con politiche improntate alla sussidiarietà territoriale e ad un’identità nazionale che vogliamo sempre più protagonista a livello europeo e mondiale.
“Dobbiamo necessariamente ripartire dall’impresa: solo l’impresa genera lavoro, non i sussidi e i bonus, e men che meno il reddito di cittadinanza. La prima cosa che faremo al governo sarà certamente abolire il reddito di cittadinanza, che ad oggi ha generato un solo dato certo: 28 miliardi di spesa pubblica a perdere. Risorse spese male e che non hanno ‘abolito la povertà’, il mantra originario dei 5 Stelle: a certificare questo fallimento ci pensano i dati dell’ISTAT, che prima del reddito di cittadinanza stimavano la presenza di 5 milioni di italiani sotto la soglia di povertà, un numero che oggi è invece aumentato di 500mila unità” – ha aggiunto ancora Donazzan -, “il reddito di cittadinanza si è dimostrato una misura altamente diseducativa, che ha generato lavoro nero ed elusione fiscale. Noi cambieremo il paradigma, aiutando le imprese italiane secondo un principio semplice e chiaro: più assumi e meno paghi, e quindi una fiscalità sana legata al dato occupazionale”.