I giovani medici iscritti alla Scuola di formazione specifica in medicina generale che decideranno di entrare nel sistema sanitario territoriale durante la formazione saranno inseriti tutti, nessuno escluso, in un sistema di tutoraggio che li supporterà nel cammino formativo e professionale. Sostenere il contrario, come ho visto fare sulla stampa di oggi da parte di esponenti dell’opposizione, è scorretto, perché falso”.

Lo sottolinea oggi l’Assessore alla Sanità della Regione Veneto, all’indomani dell’approvazione in Consiglio del Pdl 115 – disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e sociali, contenente alcune norme per fronteggiare la carenza di medici di medicina generale e le difficoltà di reperimento di persona nel settore dell’emergenza-urgenza.

Peraltro – ricorda l’Assessore – anche il Comitato Scientifico della Scuola di Medicina Generale, avallando la scelta dell’aumento del massimale, attraverso uno specifico gruppo di lavoro ha inoltre previsto la formulazione di percorsi di tutoraggio a tutela del percorso formativo

Come Giunta e come maggioranza – aggiunge l’Assessore – abbiamo fatto ciò che serviva in emergenza per dare una risposta a necessità reali e urgenti. Si può anche dissentire, perché è il sale della democrazia, ma va fatto su basi veritiere. Così invece – prosegue – non solo si finisce per delegittimare giovani medici, che lo sono a tutti gli effetti perché hanno alle spalle un percorso di anni di studio, una laurea in medicina e chirurgia e un’abilitazione a esercitare, ma si rischia anche di innescare dubbi nella popolazione. Assicuro ogni cittadino veneto – dice ancora l’Assessore – che l’assistenza fornita da questi giovani e volonterosi professionisti sarà la migliore, anche grazie alla figura del tutor, che tutti avranno”.

Mi auguro – conclude – che, se si deve discutere, lo si faccia su basi di verità ma soprattutto che, in un momento così difficile, si sappia fare squadra per il bene della gente”.

L’Ordine dei Medici: ‘Specializzandi  nei pronto soccorso già dal primo anno è troppo presto’

“Noi ci abbiamo provato, il fatto che la Regione non ci abbia minimamente considerati non mi stupisce più di tanto, perché ormai la decisione era presa, ma noi come rappresentanti della professione i nostri principi, i nostri concetti, dobbiamo manifestarli al netto di quella che poi è la possibilità politica o meno che vengano accettati”. Così il presidente Omceo Venezia, vicepresidente Omceo nazionale e segretario sindacato dirigenza medica Cimo, Giovanni Leoni, commenta alla ‘Dire’ l’approvazione degli emendamenti alla norma di adeguamento ordinamentale in materia di sanità da parte del Consiglio regionale veneto. Diversi i punti su cui Leoni, in veste di segretario sindacale, esprime riserve.
A cominciare dalla possibilità per gli specializzandi di prestare servizio nei pronto soccorso già dal primo anno. Secondo Leoni, “è troppo presto” e bisognerebbe invece “aspettare almeno il secondo anno”. Dopodiché bisognerebbe prevedere un aumento per i medici dipendenti che svolgono prestazioni aggiuntive in tutti i reparti in cui c’è un decifit di personale e concorsi esperiti senza esito adeguato. Al momento, infatti, un medico specializzando che va a coprire una posizione prende 100 euro lordi l’ora, mentre un medico dipendente che copra la vacanza in extraorario prende 60 euro lordi l’ora, una cifra che non viene ritoccata da 15 anni.
Per quanto riguarda il dibattuto tema dei medici di base in corso di formazione, i cui pazienti sono aumentati da 650 a mille già dal primo anno, con la possibilità i arrivare a 1.200 a partire dal secondo, secondo Leoni la scelta “rischia di aumentare ancora i carichi di lavoro dei pronto soccorso, perché se il medico di base non è in grado di gestire alcune situazioni a un certo punto se non sa come fare manda il paziente in pronto soccorso e aumentano i codici bianchi”. Quindi assegnare troppi pazienti a medici in formazione potrebbe non essere una buona idea. “Per fare il medico di medicina generale bisogna anche imparare gestione del paziente con qualcuno vicino… Anche perché fino a ieri serviva la scuola, adesso improvvisamente non serve più. È strana la situazione”, conclude Leoni.
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