Sono Silvia Balboni, Federico Mojentale e Fidenzio Davò i leader delle liste che supportano la candidatura di Giulia Scanavin, la 50enne thienese, che sta scippando consensi alla coalizione di Manuel Benetti. ‘Mai con i partiti, che impongono decisioni dall’alto, spesso incompatibili con le pratiche esigenze del paese che devi amministrare’,  è il leitmotive della pasionaria che vuole rivoluzionare Thiene senza i lacci della solita politica, che mette lacci a certi temi. Senza peli sulla lingua e sempre pronta a studiare Giulia Scanavin è senza dubbio la più preparata su un tema che sta molto a cuore al popolo, che paga tasse e non sempre si vede dare quei servizi, che dovrebbero essere garanzia del vivere civile. A chi dice, infatti, che la sanità è tema regionale, lei risponde, che sebbene ridimensionato, esiste la rappresentanza dei sindaci all’interno della conferenza delle Ulss, che a suo dire, andrebbe sfruttato con più personalità e studio, per far valere il proprio territorio. ‘Chi si è mai preso la briga in questi anni di andare a cercare un dialogo con i nostri vertici che decidono le sorti della nostra sanità? Chi si sta candidando che tipo di difesa ha mai tentato in questi anni? Io di treni ne ho presi tanti, pur non avendo ruoli istituzionali, di assessori ne ho incontrati per capire cosa stesse accadendo nel nostro ospedale, dove i medici vanno via per migrare nel privato. Tutti a prendere atto che non abbiamo più un servizio di guardia medica e che se hai bisogno del pronto soccorso, inizia l’incubo e spesso, devi anche rinunciare. Vogliamo parlare delle liste d’attesa? Sono davvero lunghe e a Thiene forse, c’è una sorta di rassegnazione, che però sta sacrificando le fasce più deboli, quelle che non hanno i soldi per rivolgersi al privato e devono quindi vedersi negato il diritto alla salute.’

E’ un fiume in piena Giulia Scanavin, che in passato aveva anche dialogato con l’assessore Manuela Lanzarin. ‘Sento altri candidati farsi la bocca grande con la parola ‘sociale’, ma il sociale è soprattutto tenere la lente d’ingrandimento sui servizi essenziali per i più deboli, non andare a fare loro visita e portare il pasticcio di lasagne. Basta parlare con chi ha una persona anziana o disabile in casa per capire cosa sia accaduto ai nostri servizi, un tempo eccellenti. Cosa hanno fatto gli amministratori dell’Altovicentino? E non mi si venga a dire che la politica non c’entra nelle decisioni sociosanitarie della Regione Veneto perchè abbiamo un esempio lampante a due passi da noi.

A chi si riferisce?

Al sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern. L’ho seguito tanto e basta vedere quello che è riuscito a fare con il punto nascite del ‘suo’ ospedale. La sua è stata una difesa strenua dei cittadini, le sue denunce sulle mamme che partorivano in casa, era tutti i giorni sui giornali per lanciare messaggi alla Regione Veneto, che alla fine, il punto nascite lo ha riaperto. Adesso so che stanno puntando ad una neonatologia. Questo significa avere un peso politico, questo significa difendere il proprio territorio e fare gli interessi del popolo. Thiene questo peso politico sui tavoli che contano e dove si decide non ce l’ha e allora, assistiamo alla chiusura della guardia medica e al decadimento di un pronto soccorso, che non funziona. Queste cose le sto denunciando da mesi e molto prima che decidessi di candidarmi.

E lei come ha intenzione di procedere?

Ho già studiato tanto, ma ho fatto quello che non avrebbe mai avuto nessuno il coraggio di fare. Ho in squadra il dottor Alexandros Zachos, rinomato ortopedico,  l’unico medico che ha denunciato sui giornali perchè ha lasciato l’ospedale di Santorso a 40 anni per andare in privato. Lui ha vissuto sulla sua pelle l’esperienza in ospedale, quando il primario ti scaletta le visite che devi sbrigare in tempo record perchè hai 20 pazienti da visitare in poche ore e magari ti capita chi ha delle metastasi alla colonna vertebrale. Un malato oncologico che meriterebbe una visita più complessa, con supporto psicologico e con dei passaggi più umani che i ritmi ospedalieri non ti consentono. Zachos, in questi giorni, mi sta raccontando di quanto sia stata sofferta la sua decisione di lasciare il pubblico, nel quale lui crede, ma quando un medico è costretto a lavorare in certe condizioni, l’unica scelta che puoi fare è quella di abbandonarlo per salvarti vita e carriera. Si faccia raccontare dai medici che hanno fatto la sua stessa scelta, cosa voglia dire in termini di qualità delle giornate, passare dal pubblico al privato. E non parlo solo di guadagni triplicati, ma di poter dormire sereno la notte perchè sai che quel paziente l’hai potuto curare come si deve. Ho anche un altro medico in lista, che vuole mettere a disposizione le sue conoscenze per risollevare le sorti del nostro ospedale. Chi è che si è preso la briga di andare a cercare medici per avere all’interno del proprio gruppo di lavoro qualcuno capace di portarlo alla radice delle situazioni critiche della vita quotidiana dei nostri cittadini?

Cosa mi dice dei suoi tre capolista?

Silvia Balboni è un avvocato civilista, una grande donna che si batte per le donne. Avere in squadra un amministratore che conosce la legge è fondamentale perchè un comune è sempre alle prese con contenziosi e ad esempio, la vecchia giunta, non ne aveva e le conseguenze si sono viste. Vedi parcheggio ex distillerie. Federico Mojentale è la mia punta di diamante, è un esperto di urbanistica e riqualificazione energetica, potrà portare una visione moderna e futuristica, che lui ha per lavoro e per i suoi contatti con l’estero. Fidenzio Davò ha un amore grande per la sua città. Uno che ci tiene al rispetto delle regole e alla solidarietà umana. E’ sua l’idea del bonus per le famiglie che non hanno le possibilità di fare praticare sport ai figli.

L’accusano di avere in squadra personaggi di estrema destra, è vero?

Non sono io che ho in squadra militanti di Casapound.

N.B.

 

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