Dopo il rinvio in Consiglio, la discussione della norma di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e sociali è infatti stata rinviata alla prossima seduta, approda domani in commissione. E il Pd chiede di rendere pubblica la seduta: “E’ un appuntamento-bivio su politiche sanitarie giocate fino ad ora troppo al risparmio. E’ uno degli appuntamenti cruciali di tutta questa legislatura. Lo è perché può e deve segnare un bivio nelle politiche sanitarie di questa Regione, fino ad oggi troppo improntate al risparmio e alla logica emergenziale. Riteniamo proprio per questo che la seduta, arricchita dalle audizioni delle categorie, debba essere aperta e resa pubblica”, affermano i dem Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, vicepresidente e componente della commissione Politiche socio-sanitarie. “Di fatto si tratta della prosecuzione di un confronto che si è generato in Consiglio, pubblicamente. Dunque buonsenso e logica vogliono che si prosegua con questa modalità, quanto mai opportuna. La stessa cosa accadde in occasione del dibattito sulla seconda ondata della pandemia. I precedenti ci sono e sarebbe grave un eventuale trincerarsi di qualcuno dietro le maglie del regolamento”. Secondo Bigon e Zottis “proprio perché la Giunta ha voluto cogliere l’occasione dell’ordinamentale per inserire emendamenti che di fatto sono vere e proprie proposte di legge, tanto vale andare fino in fondo. Toccando anche un nodo che da anni vede il Veneto, come denunciano le categorie, giocare al risparmio rispetto ad altre importanti Regioni e anche rispetto alle possibilità di spesa previste dal Decreto Calabria. Fare i provvedimenti- concludono- non basta: servono soldi e investimenti. Un confronto a viso aperto, a carte scoperte, pubblico, è dunque doveroso”.

Intanto oggi, sempre in commissione si è discusso del nuovo percorso di formazione in assistenza sanitaria dell’Operatore socio-sanitario ascoltando vari ‘addetti ai lavori’ (Ordine degli infermieri, Unione regionale istituti per anziani, Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale, l’associazione di residenze per anziani convenzionate, Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up, Ugl, Migep e Fials). Il percorso di formazione -che verrebbe organizzato da Azienda Zero, Fondazione Scuola di Sanità Pubblica e aziende sanitarie- riguarda operatori sociosanitari, con competenze di ambito infermieristico (in tutto 510 Oss specializzati, variamente suddivisi tra le diverse Ulss, per un costo stimato pro capite di 700 euro che sarà assunto parte dalle aziende sanitarie, e parte dal datore di lavoro o dal singolo partecipante), da inserire nelle strutture residenziali e semiresidenziali per anziani con compiti esecutivi a supporto delle figure infermieristiche. Il provvedimento. Ebbene, come riferisce una nota del Consiglio, i rappresentanti istituzionali, professionali e dei lavoratori “hanno rilevato, con diverse accezioni, da un lato, la possibilità di dare, attraverso il provvedimento in esame, attuazione a un percorso di valorizzazione professionale e una prima risposta alla storica carenza di operatori, dall’altro la necessità di avviare una riforma complessiva -a livello nazionale- delle figure professionali di settore nella prospettiva delle sfide future, nonché i motivi di criticità sollevati, in particolare, dalle rappresentanze sindacali”. L’esame del parere, alla luce degli esiti delle audizioni e dei contributi forniti, proseguirà nel corso delle prossime sedute della commissione.

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