L’ULSS 7 Pedemontana preme sull’acceleratore per recuperare le prestazioni rimaste in sospeso a causa del protrarsi della pandemia, seguendo le direttive della Regione Veneto che come noto per questo obiettivo ha stanziato anche uno specifico finanziamento (DGR 162/2022).
La conferma arriva dai dati relativi all’attività svolta da metà febbraio ad oggi: in circa 2 mesi e mezzo l’Azienda socio-sanitaria ha già recuperato il 45% delle prestazioni specialistiche (9.890 su un totale di 21.755 in “arretrato”) e il 38% degli interventi chirurgici (1.947 su 5.074) arretrati.
Più in dettaglio, per quanto riguarda gli interventi chirurgici, all’ospedale di Bassano ne sono già stati recuperati 1.218 su 3.787 (32%), a Santorso 676 su 1.179 (57%) e ad Asiago 53 su 108 (49%).
Va sottolineato inoltre che nel mese di marzo sia nell’ospedale San Bassiano sia nell’ospedale Alto Vicentino è stato eseguito un numero maggiore di interventi rispetto allo stesso mese di marzo 2019 (rispettivamente 963 contro 904 e 1.102 contro 1.020).
Ancora più significativo è il risultato relativo al recupero delle prestazioni specialistiche, come abbiamo visto, con una punta che arriva al 69% per la Cardiologia (1.377 su 1942 nel Distretto di Bassano e 521 su 803 nel Distretto Alto Vicentino). Ma anche le altre specialità dove risultava maggiore il carico di visite ed esami da recuperare evidenziano risultati significativi: la Gastroenterologia ha già evaso il 45% delle richieste arretrate (rispettivamente 790 su 1.840 e 87 su 123), la Radiologia il 39% (2.156 su 6.387 e 1.473 su 2.929), la Pneumologia il 31% (213 su 434 e 287 su 1.189) e Ortopedia il 30% (308 su 1.053 e 6 su 6).
«Si tratta di un risultato eclatante – sottolinea il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana Carlo Bramezza – che è frutto di un grande sforzo collettivo da parte di tutto il nostro personale, che ringrazio, e allo stesso tempo è stato possibile grazie alla collaborazione sempre più stretta instaurata tra i nostri ospedali, perché solo lavorando insieme si possono vincere le grandi sfide. E il recupero delle prestazioni sospese a causa della pandemia lo è certamente, anche perché a queste nel frattempo si aggiungono le nuove richieste che arrivano man mano. Abbiamo sempre sostenuto che il Covid in questi due anni di pandemia ha colpito non solo i malati, a volte in modo drammatico, ma anche tutte le altre categorie di pazienti, ai quali nostro malgrado abbiamo dovuto chiedere di pazientare: ora che grazie ai vaccini al situazione si è normalizzata, per lo meno per quanto riguarda il tasso di occupazione dei posti letto negli ospedali, ci stiamo impegnando al massimo per far sé che la loro attesa non duri troppo a lungo, grazie anche alle risorse messe in campo dalla Regione Veneto».