C’è il caso di una donna che si è vista recapitare la sanzione per il figlio scomparso dal 1995. O quello di un’altra signora, il cui marito è sparito nel nulla nel 2015, che ha ricevuto a nome del coniuge due avvisi di mancata vaccinazione.

“Per ognuna di queste persone, ricevere comunicazioni simili vuol dire, ogni volta, risvegliare una grande sofferenza, oltre al dover risolvere l’ennesimo pasticcio burocratico”. la consigliera regionale Silvia Maino dell’intergruppo Lega-Liga Veneto, stigmatizza così le “tante multe” inviate dal ministero della Salute per il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale Covid per gli over 50, anche a famiglie venete di persone scomparse, alcune delle quali anche da anni. “Un paradosso che, oltre a confermare l’assurdità della burocrazia italiana, rinnova ulteriormente un dolore mai sopito per chi, da tempo, non ha mai smesso di cercare e soffrire per i propri cari”, dice Maino. La consigliera ha anche impostato un progetto di legge statale per dimezzare a cinque anni la dichiarazione di morte delle persone scomparse: “Purtroppo i lunghi tempi attuali fanno sì che i familiari debbano ogni giorno scontrarsi con grandi ostacoli, primo fra tutti la tutela della privacy delle persone scomparse. Un eccesso di tutela che, in questo caso, rende impossibile superare assurdità burocratiche come, appunto, la comunicazione alle Ulss di riferimento delle generalità di chi è sparito nel nulla”. Maino ricorda anche che da tempo l’associazione Penelope Italia Odv -associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse, segnala al Garante per la privacy questa situazione. “Mi auguro che, se non altro, l’assurdità di queste lettere possa servire a porre attenzione sul dramma che i familiari di scomparsi vivono ogni giorno”.

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