“Non so se sia colpa del Reddito di Cittadinanza o se si tratti di una generazione che i soldi li ha in tasca con più facilità, ma molti giovani rinunciano a lavorare nel settore per il quale hanno studiato per non sacrificare i fine settimana”.
È questo lo sfogo amaro, ma realistico del noto ristoratore Massimo Cantele titolare del Ristorante Al Bosco di Thiene.
Originario del caratteristico comune dell’Altopiano Lusiana-Conco, Cantele è molto conosciuto nell’Alto Vicentino per aver gestito locali di successo a Marano Vicentino, Schio e adesso in centro a Thiene.
Si dice orgoglioso di avere un bagaglio professionale di oltre trent’anni che affonda le radici esattamente nel 1993 con il ‘Sagittario’, la sua prima esperienza in prima fila nata dove adesso si trova la Pizzeria ‘Dai Cuomo’.
“Erano tempi diversi” – confessa Cantele – “ed eri disposto a fare qualsiasi sacrificio pur di realizzare la tua passione e sbarcare il lunario. Si faceva gavetta e mi rendo conto che chi vuole fare ristorazione abbraccia uno stile di vita che comporta orari di lavoro che si protraggono fino a tarda sera, talvolta pure la notte. Non esistono sabati né domeniche, il Natale e il Capodanno è normale passarli in sala a servire ai tavoli chi invece sta festeggiando. I tempi sono cambiati e oggi si è disposti a rinunciare ad un lavoro retribuito in maniera trasparente come da contratto nazionale di categoria pur di non perdere il weekend con la fidanzata o gli amici.
Sul vostro giornale, sulla vostra pagina Facebook in particolare, a proposito della disperata ricerca di personale che non si trova, ho letto di persone che sostengono che il motivo del rifiuto alla proposta di lavoro è dovuto al fatto che gli imprenditori vogliono sottopagare o peggio sfruttare le giovani leve” – continua Cantele un po’ stizzito.
Vi posso assicurare che di fronte a contratti di lavoro gratificanti e che tengono conto di quanto richiesto al dipendente, c’è chi preferisce un lavoro in fabbrica pur avendo frequentato la scuola alberghiera e ottenuto specifico diploma. Del resto c’è poco da girarci intorno: da che mondo è mondo quando qualcuno fa festa, c’è qualcuno altro che si deve adoperare affinchè questa festa possa svolgersi: non solo ristoranti, ma così anche bar e discoteche solo per restare nell’ambito. Pensate che si possa chiedere a queste attività di restare aperte solo dal lunedì al venerdì per non interferire con la vita e gli hobby degli addetti ai lavori”?
Marco Zorzi