Dalla “guerra dei prezzi” alla guerra vera e propria, il conflitto russo-ucraino, che manda alle stelle i costi delle materie prime e rischia di affossare definitivamente il comparto. È un vero e proprio grido d’allarme quello delle imprese di pulizie venete, alle prese in queste ore con le difficoltà comuni a molti altri settori, che però rischiano di passare sottotraccia per un settore a torto considerato secondario rispetto a industria e manifattura.
«Anche noi stiamo soffocando a causa degli aumenti dei prodotti – spiega Antonietta Campesato, presidente Imprese di Pulizia CNA Veneto –: la carta è aumentata dell’11% e si prevede possa arrivare fino al 16% nelle prossime settimane, così come moltissimi dei reagenti che utilizziamo per la pulizia e la sanificazione hanno toccato rialzi fino al 400%. Per non parlare naturalmente del costo per i carburanti che impatta sugli spostamenti. Tutto questo naturalmente nell’impossibilità di ritoccare i listini, sia per il rispetto del cliente sia per non alimentare il fenomeno della concorrenza sleale che abbiamo purtroppo già dovuto affrontare a causa della pandemia».
Il settore della pulizia e della sanificazione, fondamentale per contenere il virus nell’ultimo anno di pandemia, ha infatti registrato un aumento del 5% di imprese, ma un calo generalizzato di fatturato. Oggi in Veneto sono 2100 le attività, per un totale di oltre 26mila addetti. La concorrenza sleale e la scelta da parte dei clienti di ridurre i costi hanno indotto molti a ripiegare su pulizie in economia con le annesse criticità del “fai da te” in un settore così delicato per la sicurezza e la salute dei lavoratori e della clientela.
«Nonostante la riscoperta dell’importanza di ambienti sicuri e ben puliti – prosegue Campesato – le imprese di pulizia per bene restano in grave difficoltà. I nuovi problemi sono solo gli ultimi di un comparto che fatica a vedere valorizzate serietà e professionalità. E nella continua carenza di personale, se non qualificato almeno disposto a formarsi sul campo, continuiamo a essere invisibili per le istituzioni. La speranza è che, oltre agli interventi di carattere generalizzato come il taglio dei costi di carburante, si vada nella direzione di un sostegno concreto anche per noi. Soprattutto dopo gli sforzi per il benessere di tutti condotti negli ultimi due anni».