Se c’è un mantra che nella politica a tutti i livelli viene ripetuto quasi in maniera ossessiva da sempre, è quello dello spazio ai giovani.
Un invito che quasi sempre rimane nel libro delle promesse e che solo raramente, più per merito della persona stessa che per concessione altrui, trova concretezza.
Nel panorama vicentino, in vero, qualche esempio trasversale di giovani approdati a ruoli di rilievo lo abbiamo: da Silvia Covolo Sindaco di Breganze a 28 anni, a Erik Pretto eletto deputato a 33 anni appena compiuti sino a Chiara Luisetto Sindaco di Nove a 31 e Giacomo Possamai consigliere regionale a 30.
Ad abbassare ulteriormente la media ci ha pensato ora Davide Giacomin, 23enne del capoluogo berico, che dal 1 febbraio è il nuovo segretario del Partito Democratico della provincia succedendo proprio a Luisetto.
Giacomin, fidanzato con Elena, è laureato in scienze politiche e gli mancano solo due esami per la specializzazione in relazioni internazionali: timido ma capace di imporsi all’occorrenza, racconta di emozionarsi ogni volta che passa di fianco alla Basilica Palladiana e di provare un profondo senso di attaccamento verso la sua città natale, ma più in generale verso tutto il territorio che definisce unico per varietà e paesaggi.
A neanche 24 anni è il più giovane segretario PD d’Italia ma in generale uno dei più giovani in assoluto. Ci racconta perché oggi, tra tutti gli impegni possibili un ragazzo dovrebbe decidere di dedicare il suo tempo proprio alla politica?
“Per responsabilità e perchè il futuro ci riguarda e non possiamo che esserne i protagonisti. E’ una scelta di vita, anche radicale per certi versi: c’è tanto da fare, c’è anche molta aspettativa per la mia età e questo mi sprona ad impegnarmi tre volte di più per non deludere. Qualcuno potrà pure pensare che da giovane mi farò mettere i piedi in testa, ma se lo pensa non mi conosce”.
A proposito di aspettative, veniamo al partito provinciale. Che partito ha trovato e soprattutto che partito immagina per gli anni a venire?
L’età media degli iscritti è indicativamente attorno ai 50 con una bassa partecipazione femminile. Questo è il dato di partenza: dobbiamo parlare alle generazioni più giovani e alle donne e per farlo non possiamo che proporre iniziative e istanze che interessino il mondo di questa parte di società che è troppo importante per non essere coinvolta. Dal precariato alla differenza di salario sino al tema sanitario, chi ci ascolta deve dire ‘questo partito sta parlando di me’.
Capitolo partecipazione. La disaffezione e il disincanto verso una politica che spesso ha deluso, si è pesata, tra tutto, nel numero degli iscritti e nella moria delle sezioni: questo anche in un partito forte nei voti come la Lega. Nel PD ci racconta come stanno andando le cose?
E’ comprensibile che ci sia delusione, per tanti motivi. Ma voglio provare a fare un appello: aderire ad un partito, qualunque esso sia, significa avere la concreta possibilità di proporre un cambiamento. L’intermediazione organizzata, con tutte le falle che riconosco, è però fondamentale per portare avanti delle istanze. Abbiate coraggio di accettare la sfida e di impegnarvi, il partito che immagino vuole aprirsi quanto più possibile alle proposte e ad una salutare contaminazione di idee: tutte cose possibili solo se ci saranno nuove energie e grande partecipazione”.
Il primo test significativo del suo mandato saranno le Comunali di maggio: ci sono comuni di un certo peso come Romano D’Ezzelino e Rosà che per poco non arrivano a 15mila abitanti, ma è nel nostro alto vicentino, oltre a Marano e Villaverla che hanno il loro peso, che si consumerà la partita più grossa con Thiene. Che apporto sta dando il PD e in quali modalità si inserirà in questa tornata elettorale?
“Lo spirito è quello di servizio: a Thiene abbiamo una lista che correrà col simbolo a supporto di un candidato sostenuto da varie forze, ma in generale saremo al fianco delle civiche che in qualche modo, per sensibilità, possano trovare nel PD un riferimento in termini valoriali oltre che di istanze. Ved, l’occasione è per me importante, aldilà dei simboli, come momento di dialogo e di incontro col territorio: sto girando molto, ma voglio che la nostra presenza non si limiti ai Circoli ma si apra anche alla vita delle comunità, partecipando a iniziative che non devono necessariamente essere quelle di partito. Solo così saremo vincenti e soprattutto interessanti”.
Marco Zorzi