“Una riforma del catasto, vera ed efficace, duratura, dovrebbe accompagnarsi a una ricomposizione fondiaria. Dei terreni, oltre che degli immobili. Dovrebbe permettere di rivedere aliquote e accatastamenti, certo, ma anche rendere peculiare le imposizioni fiscali sugli immobili dei territori montani. Molti sono quelli fantasma, ma non perché abusivi, costruiti senza permessi. Perché abbandonati. Lasciati in abbandono, a cadere e a deperire, invasi dai boschi in tanti pezzi di paesi e frazioni di Comuni. Molti immobili sono stati resi ruderi, diruti, togliendo il tetto da parte dei proprietari, quando sono passati, anni fa, dal catasto agricolo a quello edilizio-urbano. Riconoscere la specificità di questi contesti, permettere una ricomposizione, e di agire da parte dei Comuni quando non si rintracciano i proprietari, o quando gli eredi sono venti, trenta e non sanno manco di avere quel pezzetto di immobile condiviso, e dunque lo lasciano in abbandono, è necessario. È urgente”. Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, l’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.

“Uncem è pronta a fare delle proposte. Serve dunque una specificità per le aree montane, per gli immobili abitati e per quelli dismessi e in stato di abbandono. Oltre che per la fiscalità locale comunale, negli ultimi anni al centro di riforme non sempre armoniche, non certo sussidiarie tra i diversi livelli istituzionali. Riforma del catasto e riforma fiscale siano strumenti che non dividono le forze politiche, bensì che consentono il dialogo in tutto l’arco costituzionale, con posizioni che si armonizzano per il bene della collettività”, conclude.

Askanews

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