C’è un mondo tanto silenzioso quanto doloroso, che durante la pandemia ha sofferto veramente tanto. E’ quello dei ragazzi, a cui mai nessuno dà voce. Per non parlare della disabilità, messa totalmente da parte dalle Ulss troppo prese dal Covid, che ha rivoluzionato anche i servizi ai fragili, di cui si sono dovuto occupare a denti stretti le famiglie messe a dura prova, come se già le loro vite non fossero già martoriate abbastanza. Non ha mai smesso di pensare a questi mondi Marta Rigo, nota psicologa thienese, che non appena le regole sono state alleggerite ha ‘partorito’ un progetto, che vuole donare socievolezza ai ragazzi. Con il supporto dell’associazione I Bambini delle Fate ha così fatto partire in questi giorni un percorso che vuole promuovere le relazioni e le amicizie per i disabili, che sono stati letteralmente chiusi in casa, a volte senza capire veramente perchè, dato che alcuni di loro non sono in grado di comprendere a livello cognitivo cosa sia una pandemia mondiale. Tutto d’un tratto, hanno dovuto sospendere sport, attività nei centri e si sono visti sbarrare la porta di casa da madri e padri, che hanno dovuto fare tutto da soli.
‘Abbiamo cercato di rimettere in piedi, grazie a delle aziende di buon cuore, che ci finanziano, un progetto che vede protagonisti 10 ragazzi con disabilità, che vengono accompagnati da tre ragazzi volontari studenti del Cfp, con cui scambieranno esperienze di vita che vanno dal fare colazione insieme, ad attività di gioco a passeggiate. – ha spiegato Marta Rigo – Un pomeriggio a settimana, questi volontari dedicheranno il loro tempo ai loro compagni diversamente abili e utilizzeremo anche il nostro Sanga Bar come luogo di ritrovo. Uno spazio protetto, dove scambieranno momenti strutturati, ma sono previste anche gite in treno o una pizza tutti insieme. Utilizzeremo anche il Patronato San Gaetano in orario pomeridiano, ma l’intento è anche quello, una volta costruita la conoscenza, di farli uscire fuori, andare in giro per la città. Siamo tanto contenti di questo progetto perchè in questo momento, dato il periodo, è fondamentale riscoprire le relazioni sociali, investire e sperimentare una società inclusiva’.
Un’esperienza importante per i disabili, ma anche per i normodotati
I trenta ragazzi volontari fanno parte della scuola professionale, che esiste dentro il San Gaetano ed hanno accolto la proposta con entusiasmo. ‘E’ stato davvero bello vedere questi ragazzi molto spontanei nei confronti dei disabili. – ha concluso Marta Rigo con soddisfazione – La cosa non è scontata perchè a volte non si sa come reagire dinanzi alla disabilità, ci si sente inadeguati per la paura di non saper utilizzare le maniere adeguate. Ma il progetto è partito a gonfie vele e questi ragazzi hanno dimostrato una sorta di disinvoltura che ha reso tutto più semplice. Abbiamo iniziato a farli relazionare creando momenti di merenda o di pranzo ed è stato meraviglioso vedere tutti sorridere dietro le mascherine. La reazione dei disabili è stata importante, come se avessero bisogno di tutto questo per ritornare a vivere gli spazi, le giornate, integrandosi con quel mondo ‘normale’ da cui non possono essere esclusi.
N.B.