Nel settore dell’edilizia in Veneto (che conta circa 60.000 aziende) sono nate nei due anni di lockdown 7.000 nuove imprese. Di queste 5.884 sono state avviate da soggetti che hanno avuto problemi con la giustizia, quasi 200 dei quali per associazione a delinquere di stampo mafioso. Inoltre molte delle imprese agricole nate ex novo per fusioni o incorporazioni sono di imprenditori che hanno legami con la mafia. A dirlo oggi il comandante regionale della Guardia di Finanza, il generale Giovanni Mainolfi, presentando i primi risultati dell’applicativo “Price”, messo a punto da marzo del 2020. Lo strumento- tramite un accordo firmato con la Regione- “vigilerà” anche sul corretto utilizzo delle risorse in arrivo dal Pnrr in regione.
Cosa è Price
Analizza una mole sterminata di dati provenienti da diverse banche dati nazionali (economiche, anagrafiche, degli enti previdenziali e altre). Ma poi, con i suoi algoritmi, non si limita a valutare le informazioni singolarmente, mettendole invece a sistema ed estrapolando le “anomalie”. Funziona così “Price”, il nuovo applicativo che il Comando regionale della Guardia di Finanza del Veneto ha sviluppato a partire da marzo del 2020 e già utilizzato per stanare i furbetti del reddito di cittadinanza o di altri bonus e sventare le truffe della criminalità organizzata realizzate con la creazione di crediti di imposta fittizi. Uno strumento che sarà utilizzato ora come “scudo” anche per le risorse del Pnrr, 25 miliardi per 155 progetti su tutto il territorio regionale. Il programma, unico nel panorama nazionale, è al centro di un accordo di collaborazione- valido fino al 2026- siglato oggi tra le Fiamme Gialle e la Regione, che impegna anche quest’ultima a segnalare eventuali irregolarità o tentativi di infiltrazione nella parte sana dell’economia. “Oltre a quelle del Pnrr- dice il presidente Luca Zaia- nella nostra regione si intrecceranno un sacco di risorse, a cominciare da quelle per le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina. Stiamo già riscaldando i motori e abbiamo un tavolo aperto su progetti di altissimo livello come quelli sfornati dalle nostre università”. Ma “il nostro obiettivo- sottolinea Zaia- è mettere in atto tutto quanto è possibile affinché queste risorse prendano il corso della legalità e per questo ringrazio la Guardia di Finanza che ha voluto fare questo percorso insieme sul Pnrr”.
Il comandante regionale della Gdf, il generale Giovanni Mainolfi, aggiunge: “Con questo progetto ci apprestiamo ad esplorare una nuova frontiera che per una forza di polizia economica come la Guardia di finanza ci deve portare sempre più verso la prevenzione e, per quanto possibile, ad andare oltre, verso la ‘predizione'”. In “questi due anni, quando abbiamo iniziato a capire che sarebbero arrivate risorse dal Governo nazionale, abbiamo cercato di capire come garantire che queste finissero nelle giuste mani, in progetti seri senza produrre una spesa improduttiva ma creando investimenti”, aggiunge Mainolfi. E “ora con la nostra idea, unica in Italia ci siamo portato avanti e abbiamo già visto i primi frutti”. Secondo il generale, infine, “abbiamo anche un obbligo morale perché questo debito lo contraiamo noi ma lo pagheranno i nostri figli, le giovani generazioni. E un Paese serio non può buttare questi soldi dalla finestra, dove sappiamo già che c’è qualcuno pronto ad accaparrarseli”. Mainolfi conclude rassicurando: “Il nostro programma rispetta tutti gli standard di privacy e sicurezza. Le persone perbene non hanno assolutamente nulla da temere”.
Zaia: ‘Non tutti sapranno usare i fondi del Pnrr’
Come Regione puntiamo a qualcosa di più dei 25 miliardi del Pnrr. Sono certo, infatti, che non tutte le comunità saranno in grado di investire tutte le risorse messe in campo e, alla fine, ci sarà un salvadanaio nazionale dove altri potranno andare ad attingere”.Ha concluso Zaia. Comunque “per noi è fondamentale puntare ad assicurarci che le risorse che sono della comunità siano investite in nome e per conto della comunità”, aggiunge.
di Redazione AltovicentinOnline